Povertà in Europa: Cilap/Eapn (rete della società civile europea), “serve accesso a cure sanitarie, partecipazione e reddito minimo adeguato”

foto SIR/Marco Calvarese

La possibilità di accedere alle cure sanitarie e la partecipazione alla vita sociale e comunitaria da parte delle persone in condizioni di povertà ed esclusione: sono queste le istanze che la delegazione italiana del Cilap (Collegamento italiano lotta alla povertà, che fa parte dell’European antipoverty network-Eapn) porterà al 18° Meeting europeo delle persone con esperienze di povertà che si svolgerà a Bruxelles dal 17 al 19 novembre. È stata una delle delegate, Carmen Chilet, a parlarne oggi a Roma, nella sede italiana del Parlamento europeo, durante l’incontro “Povertà diffusa. Dall’Europa al territorio” promosso da Cilap/Eapn Italia. In Europa le persone a rischio povertà ed esclusione sociale sono 109 milioni, un cittadino europeo su 5. Siamo ancora lontani dal raggiungimento dell’obiettivo della Strategia Europa 2020 che voleva diminuire di 20 milioni il numero di poveri europei entro il 2020: in 10 anni sono solo 5 milioni in meno. In Italia l’incidenza della povertà è ancora del 27,3%, dato più alto della media europa (21,7%). “Essere poveri non significa solo essere senza dimora. La povertà è un problema diffuso e complesso, che accade in modo imprevedibile”, ha detto Chilet, 42 anni, figlia di immigrati, plurilaureata che lavora come mediatrice culturale e in un centro per anziani. Oggi, per problemi sanitari, si ritrova nella categoria dei “working poor”. Sarà una delle portavoce all’incontro di Bruxelles: “Chiediamo che le proposte partano dal basso e vengano date risposte multidimensionali al disagio”. La rete di organizzazioni riunite nella rete Eapn, nata in Europa nel 1989 e in Italia nel 1992 (Cilap in italiano) si batte da anni per l’inserimento in Europa del “reddito minimo adeguato”. “Non ci rispecchiamo né nel reddito di cittadinanza, né nel reddito di inclusione – ha precisato Nicoletta Teodosi, presidente Cilap/Eapn Italia -. Il reddito minimo deve avere caratteristiche di adeguatezza. Nessuno deve avere di meno, tutti ne devono beneficiare”. A questo proposito è stato condotto uno studio in 31 Paesi il cui report tradotto in italiano sarà distribuito a fine novembre. Un altro rapporto in lavorazione è “L’Abc della povertà in Europa e in Italia”, anticipato dalla curatrice Giulia Segna: “Vogliamo far capire cosa significa oggi essere poveri e perché le persone sono vittime di ‘aporofobia’, ossia hanno paura dei poveri. Abbiamo raccolto le storie di disabili, rom, giovani, migranti, persone senza dimora, anziani, famiglie con minori a carico”.

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