Papa Francesco: udienza, “il Vangelo può correre a due voci, quella dell’uomo e quella della donna”

foto SIR/Marco Calvarese

“Anche ad Atene il Vangelo attecchisce e può correre a due voci: quella dell’uomo e quella della donna!”. Lo ha esclamato il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi si è soffermato sul discorso di Paolo all’Areopago, in cui “per rivelare l’identità del dio che gli Ateniesi adorano, l’Apostolo parte dalla creazione, cioè dalla fede biblica nel Dio della rivelazione, per giungere alla redenzione e al giudizio, cioè al messaggio propriamente cristiano”. Paolo, in altre parole, “mostra la sproporzione tra la grandezza del Creatore e i templi costruiti dall’uomo, e spiega che il Creatore si fa sempre cercare perché ognuno lo possa trovare”. In questo modo, Paolo “annuncia Colui che gli uomini ignorano, eppure conoscono”, ha commentato Francesco: “C’è una bella espressione di Papa Benedetto XVI che dice: ‘Paolo annunzia l’Ignoto-Conosciuto’. Quelli che non conoscono, ma conoscono”. Poi Paolo “invita tutti ad andare oltre ‘i tempi dell’ignoranza’ e a decidersi per la conversione in vista del giudizio imminente”. “Paolo approda così al kerygma e allude a Cristo, senza citarlo, definendolo come l’’uomo che Dio ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti’”, ha spiegato il Papa. “E qui c’è il problema”, ha aggiunto a braccio: “La parola di Paolo, che finora aveva tenuto gli interlocutori con il fiato sospeso, perché era interessante, trova uno scoglio: la morte e risurrezione di Cristo appare ‘stoltezza’ e suscita scherno e derisione. Paolo allora si allontana: il suo tentativo sembra fallito, e invece alcuni aderiscono alla sua parola e si aprono alla fede”. “Tra questi un uomo, Dionigi, membro dell’Areopago, e una donna, Damaris”, ha concluso il Santo Padre: “Anche ad Atene il Vangelo attecchisce e può correre a due voci: quella dell’uomo e quella della donna!”.

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