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Parità retributiva: Von der Leyen (Commissione Ue), “proporrò norme vincolanti”. Enormi divari tra un Paese e l’altro

(Bruxelles) Gli uomini in Europa guadagnano il 16% in più delle donne, a parità di mansione: è il “divario retributivo di genere” che permane nell’Ue e che perciò rende necessario celebrare ancora – oggi – la giornata per la parità retributiva. “Prevista dai Trattati europei 60 anni fa, la parità retributiva a parità di lavoro non è ancora una realtà”, ha scritto la presidente eletta dell’Ue Ursula von der Leyen stamane, annunciando la sua volontà di proporre “misure che introducano norme vincolanti sulla trasparenza retributiva”. I progressi in questo ambito avvengono lentamente, come mostrano i dati pubblicati dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere (Eige): la lenta riduzione del divario medio, in quest’ultimo decennio è dovuta al fatto che se nella maggior parte dei Paesi il divario si sta riducendo, a Malta, in Portogallo e in Slovenia il divario è aumentato di oltre il 3% dal 2007 a oggi. Il Paese più “virtuoso” è la Romania, con un divario del 3,5%, il meno equo nel compensare le lavoratrici, l’Estonia, dove le donne prendono il 25,6% in meno di stipendio rispetto ai colleghi. Comunque non sempre, spiega l’Eige, la bassa diversità è buon segno, perché “può essere una conseguenza della minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro”. Tra le fragilità in questo settore resta l’inferiore numero di donne in posizioni manageriali rispetto agli uomini: nella prima metà del 2019, le donne erano il 6,9% dei Ceo, il 17,6% dei dirigenti e il 30,4% dei non dirigenti.

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