Brasile: agguato a guardia indigena da parte dei taglialegna. Mons. Bandeira (Cnbb), “omissione e lentezza dello Stato”

“Ripudiamo e denunciamo l’omissione e la lentezza dello Stato brasiliano nella protezione e difesa dei territori indigeni, i cui diritti sono stati garantiti nella Costituzione brasiliana. In tal modo, in molti luoghi tale atteggiamento ha aiutato il verificarsi di violenze contro queste popolazioni”. Lo scrive la Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb) – Regionale Nordest 5 -, in una nota firmata dal suo presidente, dom Sebastião Bandeira Coelho, vescovo di Coroatá (Maranhão), in cui manifesta la solidarietà al popolo Arariboia e la sua forte condanna per l’assassinio della guardia indigena Paulo Paulino Guajajara e il ferimento del suo compagno Laércio Guajajara. Fatti avvenuti venerdì scorso a opera di un gruppo di 5 taglialegna (madeireiros), secondo quanto riferito dal sopravvissuto. Il documento fa proprie le parole del Documento finale del recente Sinodo per l’Amazzonia, per il quale la Chiesa si impegna a essere alleata dei popoli amazzonici per denunciare gli attacchi contro la vita delle comunità indigene, i progetti che danneggiano l’ambiente, la mancanza di demarcazioni dei loro territori, così come il modello economico di sfruttamento predatorio. “Esortiamo le varie autorità e gli organi responsabili della protezione di questi popoli – si legge nel testo – ad accertare in modo trasparente i fatti, a proteggere gli ammalati e le persone minacciate di morte e ad adottare le misure necessarie ed efficaci per risolvere questo conflitto e altri che si trascinano da anni nelle terre indigene e quilombolas (comunità afro discendenti da coloro che erano fuggiti dalla schiavitù, ndr) del nostro Maranhão”.

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