Vita consacrata: O’Murchu ad assemblea Usg, “non attaccarsi al passato” su crollo progressivo numero religiosi nel mondo

La vita religiosa attuale si trova alla “fine di un paradigma”. È quanto sostiene Diarmuid O’Murchu, intervenuto alla seconda giornata di lavori 93ª assemblea semestrale dell’Unione superiori generali (Usg) a Roma. Partendo dal crollo progressivo del numero di religiosi nel mondo, O’Murchu ha scattato una fotografia della situazione attuale ed ha collocato la vita religiosa in un punto basso della curva di declino. In questa situazione – che in molti casi è così critica da minacciare la sopravvivenza stessa di alcuni Ordini – forte è la tentazione di attaccarsi al passato, limitato da condizionamenti giuridici del diritto canonico, dall’obbedienza alla gerarchia ecclesiastica, oltre cha da elementi interni come la ricerca del confort, e una spiritualità tanto rigida da perdere talvolta di senso. Guardando al presente O’Murchu ha esortato a convertire lo sguardo e a guardare al futuro con occhi profetici. “O’Murchu ci ha offerto una descrizione chiara di chi è profeta – spiega fr. Enzo Biemmi -. Il profeta è descritto come un uomo o una comunità che va contro lo status quo, denuncia, distrugge l’autocompiacenza, è critico nei riguardi di chi gestisce l’autorità ecclesiastica e civile (sacerdoti e re), oppone i sacrifici nel tempio con il cammino con il popolo di Dio, è contro la stabilità tipica di ogni impero, supera la distinzione tra sacro e profano”.

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