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Papa Francesco: Livatino “esempio non soltanto per i magistrati”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Livatino è un esempio non soltanto per i magistrati, ma per tutti coloro che operano nel campo del diritto: per la coerenza tra la sua fede e il suo impegno di lavoro, e per l’attualità delle sue riflessioni”. Lo ha detto il Papa, ricevendo oggi in udienza i membri del Centro Studi “Rosario Livatino”, in occasione del Convegno nazionale sul tema “Magistratura in crisi. Percorsi per ritrovare la giustizia”. “Il 9 maggio 1993 il mio predecessore San Giovanni Paolo II, poco prima di rivolgere agli ‘uomini della mafia’ il memorabile e perentorio invito alla conversione nella Valle dei Templi, ad Agrigento – ha ricordato Francesco –  aveva incontrato i genitori di un magistrato, Rosario Angelo Livatino, che il 21 settembre 1990, all’età di 38 anni, era stato ucciso mentre si recava al lavoro in Tribunale. In quella occasione il Papa lo definì martire della giustizia e indirettamente della fede”. Livatino – per il quale si è concluso positivamente il processo diocesano di beatificazione – “continua ad essere un esempio, anzitutto per coloro che svolgono l’impegnativo e complicato lavoro di giudice”, ha detto il Papa: “Quando Rosario fu ucciso non lo conosceva quasi nessuno. Lavorava in un Tribunale di periferia: si occupava dei sequestri e delle confische dei beni di provenienza illecita acquisiti dai mafiosi. Lo faceva in modo inattaccabile, rispettando le garanzie degli accusati, con grande professionalità e con risultati concreti: per questo la mafia decise di eliminarlo”.

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