Commissione Ue: ultimo “midday briefing” per Juncker, “fare attenzione all’Europa”

(Bruxelles) “Amo coloro con cui ho lavorato. La stampa ne è anche parte, ma non con la stessa intensità”. Jean Claude Juncker, presidente uscente della Commissione europea entra in sala stampa oggi a Bruxelles per l’ultimo “midday briefing”, il tradizionale appuntamento quotidiano guidato in questi mesi da Mina Andreeva, per aggiornare sulle attività della Commissione. “Non sono l’uomo degli addii. Ho già pianto tanto”, dice Juncker, nella sala stampa gremita. “Lascio con elementi di soddisfazione e anche con molti dispiaceri, ma sono contento di lasciare”. “Ho molto amato lavorare con la stampa”, dice ringraziando per il “lungo cammino insieme”. “Di Maastricht eravamo rimasti in circolazione l’euro ed io. Ora l’euro sarà solo”, conclude commosso prima di ascoltare per l’ultima volta le domande dei giornalisti. In questi anni sono state 148 le interviste rilasciate, 18 le conferenze stampa in quella sala. Qualcuno chiede come mai così poche: “La parola conserva il suo valore se è rara”, spiega, e un eccesso di informazione rischia di “far perdere l’essenziale”. Oltre a questo, ha ritenuto bene “lasciar parlare chi si è occupato dei singoli dossier”: “Non sono uno che ruba le performances altrui”. Starà più nell’ufficio che avrà ancora a Bruxelles o in Lussemburgo? “La mia vita futura sarà da un’altra parte”, risponde asciutto e nostalgico. Non lascerà lettere e raccomandazioni a chi prenderà il suo posto, se non quella di “fare attenzione all’Europa”. L’ultima domanda – sul fatto di essere stato l’unico commissario eletto con il processo degli Spitzenandidat – si presta per l’ultima stoccata: “Si è soppresso quel piccolo passo avanti democratico che era stato compiuto per ragioni che sono oscure”. Poi dice: “Ho fame”, l’ultima foto con la squadra dei portavoce, e Juncker se ne va.

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