‘Ndrangheta: Di Bella (Tribunale minori Reggio Calabria), “si può e si deve uscire. Il riscatto non è più un’utopia”

Con il protocollo triennale d’intesa “Liberi di scegliere” siglato, il 5 novembre, da Miur, ministeri Giustizia e Pari opportunità; Cei; Libera; Procura nazionale antimafia; Tribunale dei minori, Procura e Procura per i minorenni di Reggio Calabria per offrire un’alternativa tramite una rete di sostegno alle famiglie con minori che decidano di dissociarsi dalle logiche mafiose e criminali, gli interventi saranno stabili per almeno tre anni, spiega in un’intervista al Sir Roberto Di Bella, presidente del Tribunale dei minori di Reggio Calabria. Tuttavia, l’auspicio del giudice è che l’intesa triennale “possa condurre ad una normativa strutturata che garantirebbe continuità giuridica, sociale ed economica al progetto di infiltrazione culturale avviato”. Comunque, osserva, “coltivare una speranza di riscatto in Calabria non è più un’utopia”. Nel suo libro autobiografico “Liberi di scegliere. La battaglia di un giudice minorile per liberare i ragazzi dalla ‘ndrangheta” dal quale è stato tratto l’omonimo film Rai e che presenta oggi a Roma, Di Bella racconta le emozioni e le relazioni “di frontiera” con i ragazzi incontrati, le loro mamme, i detenuti, la drammaticità e la povertà educativa del territorio con l’obiettivo, spiega, di “stimolare una riflessione e far capire ai giovanissimi che la libertà di scelta sulla propria vita è un dono inestimabile da difendere a denti stretti. Il nostro obiettivo è tutelare i minori, ma agendo sul versante culturale e prosciugando il bacino che alimenta e riproduce il mito e il modello mafioso riusciamo indirettamente ad ampliare gli strumenti di contrasto alla criminalità organizzata”. E conclude: “Dalla ‘ndrangheta si può e si deve uscire”.

 

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