Giornata mondiale infanzia: mons. Redaelli (Caritas Italiana), “cammino da fare per rendere effettivi i diritti è ancora lungo”

Alla vigilia del 30° anniversario dell’adozione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – testo che riconosce, in forma coerente, tutti i bambini e tutte le bambine del mondo come titolari di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici – Caritas Italiana diffonde il 52° Dossier con dati e testimonianze (Ddt) intitolato “Un orizzonte di diritti”.
“Il cammino da fare per rendere effettivi questi diritti è ancora lungo”, commenta mons. Carlo Roberto Maria Redaelli, presidente di Caritas Italiana che, rivolgendo il pensiero ai “troppi bambini rifiutati, derubati della loro infanzia e del loro futuro”, ricorda le parole di Papa Francesco: “Da come sono trattati i bambini si può giudicare una società”.
Il Dossier, che contiene anche un focus sulla condizione dei bambini siriani profughi in Libano con una testimonianza raccolta sul campo da operatori Caritas, in una trentina di pagine ripercorre la storia della Convenzione e lo stato della sua applicazione a livello internazionale, ponendo particolare attenzione a bambini in guerra, pena di morte e detenzione, sfruttamento sessuale, diritto alla scuola, protezione dei minorenni rifugiati. “Allarmanti i dati – spiega una nota -: un bambino su 4 vive in Paesi colpiti da guerre o disastri naturali, 28 milioni di bambini sono stati cacciati dalle proprie abitazioni, mentre ben 75 milioni di bambini e giovani hanno interrotto i percorsi scolastici a causa di conflitti e catastrofi naturali. Nel nostro Paese nel 2018 i minori in povertà assoluta erano 1.260.000”.
Per quanto riguarda il Libano, sono almeno 550mila i piccoli siriani accolti nel Paese dei cedri, ma i numeri precisi sono fermi all’inizio del 2015, anno in cui il governo di Beirut ha imposto all’Unhcr il veto sulla registrazione degli arrivi. “Nonostante il grande sforzo di accoglienza – sottolinea la Caritas – il Libano non ha firmato la convenzione di Ginevra, dunque non riconosce lo status di rifugiato: di conseguenza non esistono campi strutturati”.
Il Dossier contiene, infine, alcune prospettive di impegno e proposte, rivolte ai diversi soggetti istituzionali, sia a livello generale che sulla sicurezza dei minori sul web.

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