Diocesi: Caritas Modena, firmata convenzione con Uepe e coop. “L’Ovile” per promozione giustizia riparativa

Questa mattina nell’arcivescovado di Modena è stata firmata una convenzione tra l’Ufficio di esecuzione penale esterna (Uepe) di Modena, cooperativa sociale “L’Ovile” di Reggio Emilia e la Caritas diocesana di Modena-Nonantola, che intende porre le basi per un cambio di approccio nei confronti della detenzione verso una maggiore inclusione. Il documento è stato siglato dall’arcivescovo di Modena-Nonantola, mons. Erio Castellucci, dalla direttrice dell’Uepe, Monica Righi, e dal presidente della cooperativa sociale “L’Ovile”, Valerio Maramotti.
“Passare da una giustizia “reocentrica”, concentrata esclusivamente sul reato e su chi lo commette, ad una giustizia riparativa, che coinvolge anche la vittima e la comunità e che si basa sui principi di rispetto della dignità umana, giustizia, verità, solidarietà e responsabilità”: è questo il passaggio culturale che fa da sfondo alla convezione.
Lo scopo è di “promuovere azioni concordi di sensibilizzazione nei confronti della comunità locale rispetto al sostegno e al reinserimento di persone in esecuzione penale, promuovere la conoscenza e lo sviluppo di attività e incontri riparativi a favore delle vittime e della collettività, favorire la costituzione di una rete di risorse che accolgano i soggetti ammessi a misura alternativa o ammessi alla sospensione del procedimento con messa alla prova che hanno aderito ad un progetto riparativo, realizzare percorsi di mediazione penale in favore di utenti dell’Uepe di Modena”.
Attualmente la casa circondariale Sant’Anna accoglie 520 detenuti, mentre 744 persone sono prese in carico dall’Uepe. Attraverso la Caritas, la Chiesa di Modena-Nonantola si rende disponibile a collaborare con il mondo della giustizia, della cooperazione sociale e del terzo settore, che si occupa di mediazione penale, per favorire incontri volti a far diventare la persona che ha commesso un reato da problema a risorsa. La Caritas diocesana è coinvolta nel progetto mettendo a disposizione i locali in via dei Servi per consentire le mediazioni, ovvero dare la possibilità a reo e vittima di incontrarsi, dialogare e riscoprire quel minimo comune denominatore di umanità che li accomuna.
La Caritas, si legge in una nota, “si impegna a rinnovare la disponibilità per misure di inclusione sociale che passano per l’accoglienza in termini abitativi, offrendo un supporto nel reinserimento lavorativo e promuovendo percorsi di volontariato o partecipazione a percorsi di educazione civica tramite laboratori pedagogici guidati dai propri operatori e da volontari”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Riepilogo

Informativa sulla Privacy