Chiese orientali: card. Sandri a Ieronymos (Grecia), “rimane il desiderio che si possano compiere quei passi per giungere alla piena comunione anche alla tavola Eucaristica”

“Il contesto ecumenico rimane molto difficile: fatta eccezione per alcuni rapporti personali intrattenuti tra singoli vescovi o sacerdoti cattolici e ortodossi, non si può pregare insieme, ci sono fatiche a livello delle coppie miste e, purtroppo, è ancora in atto la pratica del ribattesimo da parte della Chiesa ortodossa”: è quanto emerso dall’incontro svoltosi il 12 novembre ad Atene tra il card. Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, e i vescovi cattolici greci riunti in plenaria. “La Chiesa cattolica, anche latina – si legge in un comunicato stampa della stessa Congregazione che riferisce dell’incontro – viene percepita come una entità straniera dai più, e ci si stupisce quando per esempio si apprende che essi pregano e celebrano in greco. Il cammino da fare è ancora molto molto lungo e chiederà grande pazienza, anche nei confronti delle eventuali modifiche costituzionali o dei programmi di insegnamento nelle scuole”. “Il cammino ecumenico che pur tortuoso e molto accidentato – come in molti altri Paesi in cui la presenza cattolica è sparuta minoranza in un oceano ortodosso – non deve mai vederci scoraggiati – riporta ancora il comunicato citando il card. Sandri –. Inutile negare che in molti casi siamo di fronte sul campo ad un ‘ecumenismo del porgi l’altra guancia, se il tuo fratello ti percuote’, ma essendo certi da un lato di doverci sempre noi per primi purificare nel presente e nella memoria del passato, e dall’altro che la ‘kenosi’ (svuotamento) che l’ecumenismo ci chiede ci fa partecipare anche alle sofferenze di Cristo e presso di Lui, non rimarrà senza senso e senza frutti futuri”. Dialogo ecumenico al centro anche della visita, ieri, del cardinale all’arcivescovo Ieronymos, primate della Chiesa ortodossa di Grecia. Il prefetto, si legge nel comunicato, ha ricordato “la visita all’isola di Lesvos di Papa Francesco, accompagnato da Ieronymos, e dal Patriarca ecumenico Bartolomeo”. Il tema dell’accoglienza dei migranti “è rimasto di stringente attualità, perché la Grecia ha continuato lungo gli anni a farsi porto accogliente per le migliaia di persone che vi sono giunte” da diverse zone del mondo. “Il servizio della carità – ha detto il card. Sandri – ci pone di fronte alla realtà dell’uomo sofferente, e probabilmente in alcuni ambiti vede già lavorare fianco a fianco fedeli cattolici ed ortodossi. Rimane il desiderio che si possano compiere nel tempo quei passi che consentano di giungere alla piena comunione anche alla tavola Eucaristica. La difesa dei principi cristiani, la promozione dei valori di un’autentica umanità contro tutto ciò che avvilisce e impoverisce l’uomo sono spazi in cui già ora possiamo camminare insieme. Le diocesi cattoliche della Grecia, che si sentono interamente parte della Nazione, desiderano amare e collaborare ancora di più con i fratelli ortodossi”. Ieronymos, circa il fenomeno dei rifugiati, ha affermato che “solo chi non ama la vita può rimanere cieco di fronte a questi drammi e a queste sfide. Il cammino delle Chiese deve servire l’umanità, e insieme si deve evitare che diverse ideologie politiche sfruttino le Chiese servendosene per i loro interessi. Si è espressa tristezza per come l’Europa dei Padri Fondatori con i loro ideali sia forse stata dimenticata dai loro successori odierni, che forse hanno in mente un’altra idea di Europa, ed anche la fatica rimasta in carico solo ad alcuni Paesi del confine Mediterraneo, in particolare Grecia ed Italia. La fede cristiana a volte non è accettata se non addirittura perseguitata o comunque lasciata ai margini. Il vescovo nonostante tutto deve rimanere vicino, deve essere pastore”.

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