Solidarietà: Roma, all’Urbaniana la consegna del Premio “Giuseppe Sciacca”

È andata al giovane Rishab Kumar Jain (Usa-India) la XVIII edizione del Premio internazionale “Giuseppe Sciacca”. Un manifestazione che dal 2001 “conferisce prestigiosi riconoscimenti a chi ha saputo distinguersi in campo sociale, storico, economico, giuridico, scientifico e artistico”. Il giovane nel 2018, ad appena 14 anni, è stato riconosciuto come il miglior giovane scienziato americano per il suo studio nel migliorare il trattamento del cancro al pancreas. Jain ha creato un algoritmo che utilizza l’intelligenza artificiale per localizzare e tracciare accuratamente il pancreas in tempo reale durante la radioterapia guidata da Mri. La cerimonia di premiazione si è svolta lo scorso 9 novembre nell’aula magna della Pontificia Università Urbaniana di Roma, davanti a numerose autorità religiose, militari e civili. Particolarmente significativo il premio conferito a 4 giovani in carico al Dipartimento della Giustizia minorile e al Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap) del ministero della Giustizia che hanno inviato alla segreteria del Premio i loro lavori ed elaborati realizzati nell’ambito delle sezioni “Cultura della pace, tutela dei minori Santi Francesco e Giacinta Marto” e “Beato Carlo I per la pace tra i popoli”. Per un giorno questi giovani hanno lasciato gli istituti dove sono in custodia per entrare in Vaticano e ricevere un premio con diploma di merito e borsa di studio. “Un’occasione per loro di riscatto e di reinserimento sociale”. Tra i premiati anche Alessandro Lachin, 11 anni, Premio Matematica, il card. Walter Brandmüller, Premio Cultura, mentre il Premio Volontariato è stato assegnato a George Chase Miller, l’agente di polizia di Granbury, nel Texas, che il 12 ottobre 2016 effettuò una rianimazione cardiopolmonare ad un bambino salvandogli la vita. Infine il Premio Attività Istituzionali è andato al 1° Maresciallo Ruolo d’Onore Giovanni Memole dell’Esercito Italiano effettivo al Reggimento Logistico “Pinerolo” di Bari che nel 2011, durante la missione militare italiana in Libano “Leonte”, mentre era alla guida di un mezzo militare facente parte di un convoglio logistico, a causa dell’esplosione di un ordigno riportava diverse ferite e la perdita della vista. Il Premio è stato, si legge in una nota, “un momento di unione e di confronto che evidenzia e scolpisce ancora una volta quegli alti principi e valori che la Fondazione promuove e diffonde. Come l’alto principio fondato sulla solidarietà sociale, punto cardine della Fondazione e come gli importanti obiettivi perseguiti volti alla tutela, valorizzazione e salvaguardia dei minori, degli anziani, delle persone con disabilità e degli indigenti”.

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