Nassiriya: Margherita Coletta, “non ho mai provato odio o rancore per gli attentatori. Gesù ci chiede di pregare per chi ci perseguita””

“Non ho mai provato rabbia, né odio, né rancore”. Lo afferma in un’intervista al Sir Margherita Caruso Coletta, vedova del brigadiere dei Carabinieri Giuseppe Coletta, caduto nella strage di Nassiriya del 12 novembre 2003. Oggi ricorre il 16° anniversario dell’attentato al quale, prosegue Margherita, ne sono seguiti molti altri, “compiuti da persone che nella loro mente seguono un’idea distorta di Dio per giustificare le loro azioni efferate. È nel cuore dell’uomo che deve cambiare qualcosa. Non ho mai provato odio – assicura – perché ho pensato che anche gli autori di quell’attacco suicida potessero avere mamme, mogli, figli. Quanto avranno sofferto sapendoli colpevoli di un gesto così crudele? Quanto li avranno pianti? Questo non toglie nulla all’efferatezza della loro azione che va sempre e fermamente condannata ma, come ci insegna Gesù, bisogna pregare per coloro che ci perseguitano”. Lei ci riesce? “Per grazia di Dio sì – confida -. Ma non ho alcun merito. È sempre la fede a darmene la forza. Nei miei momenti di sconforto e buio totale penso a Gesù in croce. Se Dio ha permesso che Suo figlio morisse così, chi siamo noi per non seguirlo? Se lo amiamo dobbiamo seguirlo”. Margherita ha fondato un’associazione che porta il nome di suo marito e il suo, “nulla di pretenzioso – spiega -, un modo per portare aiuti concreti con progetti a breve termine a persone in situazioni difficili: da chi ha bisogno della spesa quotidiana a bimbi che soffrono di malattie oncologiche come il nostro piccolo Paolo. Insomma quello che Dio ci ispira”. Per Natale i ragazzi pasticcieri del carcere Due Palazzi di Padova prepareranno dei panettoni artigianali per sostenere un orfanotrofio in Burkina Faso. Due anni fa Margherita ricorda che realizzarono delle statuine di San Giuseppe dormiente, la prima delle quali venne regalata al Papa che le telefonò per ringraziarla.

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