Giornata caduti: mons. Marcianò (Omi), “lieti di servire e maestri di pace”. “Loro coerenza e testimonianza ha molto da dire anche oggi”

“Non c’è sacrificio e non c’è servizio che sia inutile”. Oggi “noi piangiamo persone che sono state liete di servire”, militari che “non avrebbero considerato un eroismo il loro atto del dare la vita ma una pienezza di servizio, una realizzazione della libertà. Per questo, essi ‘sono nella pace’. Per questo, diventano maestri di pace”. Lo ha detto mons. Santo Marcianò, arcivescovo ordinario militare per l’Italia (Omi), nell’omelia della Messa presieduta oggi a Roma, nella basilica di S. Maria in Ara Coeli, in occasione della giornata del ricordo dei caduti militari e civili nelle missioni internazionali per la pace. “Oggi – ha esordito il presule – non possiamo non pensare, con affettuosa trepidazione e grande stima, ai cinque militari italiani, tre della Marina e due dell’Esercito, feriti nel terribile attentato di due giorni fa in Iraq, proprio la terra che ci ricorda il terribile attentato di Nassiriya”. Tornando ai caduti, Marcianò ne ha sottolineato “il potere del servizio, l’autorevolezza della coerenza e della testimonianza, che ha molto da dire pure oggi. Un servizio che non cerca l’utile, non si inquina con la ricerca di interessi personali o ricompense, è libero da infiltrazioni, corruzioni o da qualsiasi forma di attaccamento a tutto, persino alla propria vita”. “Bisogna dare spazio a questo peculiare e nobile magistero esercitato dai nostri caduti e portato avanti da militari che vivono così il proprio servizio quotidiano”, l’esortazione dell’ordinario che ne ha sottolineato la generosa disponibilità a operare in contesti di conflitti e situazioni estreme di povertà, combattendo il clima di terrore e di odio violento con la logica del rispetto dei popoli e della carità fraterna”.

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