Diocesi: mons. Nosiglia (Torino) incontra i lavoratori della Olisistem per esprimere “solidarietà e vicinanza”. A rischio 400 posti

Condivisione e sostegno. Sono questi i due cardini sui quali oggi, a Settimo Torinese alle porte di Torino, l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, ha incontrato i lavoratori della Olisistem, una delle aziende in crisi dell’area metropolitana. Nosiglia ha voluto recarsi in fabbrica per esprimere, ha spiegato, “tutta la mia vicinanza e solidarietà per la situazione difficile che state vivendo in questi mesi”.
L’arcivescovo ha quindi richiamato l’attenzione sulla gravità della situazione e aggiunto: “Non possiamo accettare, come comunità cristiana e civile, in silenzio e con rassegnazione” quanto sta accadendo. “Non possiamo accettare che la cultura del ‘profitto per il profitto’ incrini l’identità sociale di un territorio”. Nosiglia ha poi precisato: “L’economia deve recuperare la sua anima, altrimenti le scelte saranno sempre orientate da criteri spesso in contrasto con le esigenze delle persone”. Mentre “in alcuni settori e comparti dell’economia, specie quello dei servizi, le persone sono semplicemente un fattore produttivo da riallocare”. Ragionando sulle modalità della produzione odierna e sul modo di intendere il lavoro, l’arcivescovo ha poi detto che questa “non è un’economia che può fare bene alle persone e alla società” e che “la comunità cristiana non può restare indifferente a queste situazioni quando incidono in modo grave e devastante sulla vita delle famiglie, sul futuro dei giovani e sulle prospettive di un futuro sereno e garantito di lavoro sul territorio”.
Nosiglia ha quindi spiegato di vedere nelle diverse situazioni di crisi un “filo rosso comune” dato dalle decisioni “sopra le teste altrui per lasciarle nello smarrimento, nel senso d’impotenza. Avere l’idea o la sensazione di non poter far nulla è il sentimento peggiore che possa accompagnare la vita umana. Voi mi avete raccontato la storia di questa azienda e della sua ultima fatica che rischia di mettere a repentaglio la vita di 400 persone”.
“Non tocca alla Chiesa certo indicare soluzioni concrete al riguardo”, ha evidenziato mons. Nosiglia che, tuttavia, ha spiegato che alla Chiesa tocca “richiamare con forza tutte le parti in causa a fare ogni sforzo, con responsabilità, per superare queste situazioni e ritrovare la via di uno sviluppo che salvaguardi il bene più prezioso, che è l’uomo che lavora e la sua famiglia”. L’arcivescovo ha quindi assicurato “non solo con l’appoggio morale, ma anche con ogni altro mezzo a nostra disposizione per dare un concreto sostegno” ai lavoratori.

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