Bolivia: Morales accolto in Messico, nel Paese vuoto di potere. Nuovo appello dei vescovi, “garantire tutti e fermare le agitazioni”

Evo Morales è già in Messico. L’ex presidente boliviano dimissionario ha accettato l’asilo politico concesso da Lopez Obrador; i Paesi lungo la rotta hanno concesso il loro spazio aereo. “Tornerò con ancora maggiori energie”, ha promesso. Ma in Bolivia è piombata nel caos e nel vuoto di potere. Il Paese è senza presidente, vicepresidente, svariati ministri e governatori dei dipartimenti, capo della Polizia, Tribunale elettorale (il precedente è stato interamente arrestato dopo che l’Organizzazione degli Stati americani ha confermato le accuse di frode elettorale). Nel Paese continuano scontri e vendette tra fazioni. Difficile, soprattutto, la situazione a La Paz e nella sovrastante El Alto.
In questa situazione, nella notte italiana c’è stato un ulteriore pronunciamento della Conferenza episcopale boliviana, mentre alcuni vescovi, direttamente contattati dal Sir, hanno confermato la preoccupazione e rimandato alla dichiarazione ufficiale.
“Ci rivolgiamo come Conferenza episcopale boliviana, insieme alla comunità internazionale, attraverso i suoi ambasciatori, a tutto il popolo boliviano in questo momento molto difficile e per il nostro Paese”, inizia il testo letto da mons. Eugenio Scarpellini, vescovo di El Alto.
In primo luogo, “ci rivolgiamo alla Polizia e alle Forze armate in modo che, a partire dalla loro responsabilità costituzionale, possano offrire garanzie per la pacificazione del Paese, in special modo proteggendo i beni pubblici e la vita delle persone. e possano garantire che tutti gli atti si svolgano in piena pace”.
Proseguono i vescovi: “Ci rivolgiamo anche ai pubblici ministeri, preposti a garantire l’ordine e la legge e in questo momento tenuti a fermare le agitazioni, a rispettare le garanzie e i diritti personali di tutti, ma soprattutto politici, leader, dirigenti, deputati o altre persone di entrambi gli schieramenti o tutte le situazioni politiche nel Paese. Questo per non creare ulteriori difficoltà e sommovimenti tra la popolazione”.
Infine, “facciamo appello a tutte le persone presenti in Bolivia, alle persone di buona volontà, perché sia possibile vivere questo momento così arduo e così difficile con tranquillità, evitando eccessi, impedendo alle persone infiltrate di alterare il clima di pace. E che tutti possiamo mettere un granello di sabbia per la pacificazione del Paese”.

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