Ognissanti: mons. Perego (Ferrara), “la santità non cresce sull’egoismo e l’individualismo, ma solo nella condivisione e nell’attenzione agli altri”

“Chi sono i Santi che noi oggi ricordiamo? Sono le persone cristiane che hanno vissuto la quotidianità, fatta di sofferenza, talora di umiliazioni, di rinnegamenti, di offese, anche di violenze – come per 300 milioni di persone cristiane nel mondo -, ma guardando alla Croce di Cristo, lasciandosi guidare, lavare dallo stile di vita di Cristo”. Lo ha detto mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, nell’omelia della messa che ha celebrato stamani nella solennità di Ognissanti. “Nessuno è escluso dalla chiamata alla santità: tutti possono diventare santi”, ha aggiunto ricordando l’esortazione apostolica di Papa Francesco, Gaudete et exultate, dedicata alla chiamata universale alla santità che il presule ha citato. Delineando la “Chiesa santa”, l’arcivescovo ha spiegato che “è una Chiesa che cammina, che incontra, che sfida la storia, in ogni tempo, portando sulle spalle la storia di Gesù, la Tradizione di una Chiesa che sa guardare in faccia ‘le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce delle persone, soprattutto dei più poveri’”. Il riferimento è anche a quanto avvenuto con l’ultimo Sinodo per l’Amazzonia, ricordando le sofferenze dei più poveri e i nuovi martiri, come suor Dorothy Stang, uccisa nel 2005 crivelllata di colpi a 73 anni dai sicari dei proprietari terrieri e disboscatori. Martiri che “donano la vita coniugando Bibbia e lo Statuto della terra”. “La santità non cresce sull’egoismo e l’individualismo, ma solo nella condivisione e nell’attenzione agli altri e al mondo – ha aggiunto mons. Perego -. E la condivisione e l’attenzione all’altro nasce dalla consapevolezza che, a nostra volta, siamo amati da Dio come figli, realmente. Senza speranza non si ama, non ci si impegna, non si guarda agli altri e al creato con gli occhi dell’amore”.

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