Dialogo interreligioso: card. Betori (Firenze), “alle religioni spetta compito di costruire ponti tra popoli e culture”

“L’incontro tra san Francesco e il sultano Al-Malik-Al-Kamil si rivela oggi di attualità sorprendente e ci chiede di essere riletto. Ciò che cerca il santo di Assisi non è infatti la conversione del sultano, conquistarlo, ma la verità su se stesso, sulla propria identità, che solo il dialogo con l’altro, può mostrargli e rafforzare”. Così il card. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, aprendo la Giornata della fraternità, in corso al Cenacolo di Santa Croce. L’iniziativa di confronto internazionale è promossa dall’Opera di Santa Croce, con la comunità dei Frati francescani minori conventuali, in occasione degli ottocento anni dal celebre incontro e a pochi mesi dalla Dichiarazione sulla Fratellanza umana di Abu Dhabi.
Il card. Betori si è poi soffermato sull’importanza epocale del documento firmato dal Santo Padre e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb: un cammino, ha commentato, “ancora tutto da percorrere e al quale lavori come oggi potranno offrire un contributo assai significativo”. “La fratellanza, il riconoscimento che Dio è all’origine dell’unica famiglia umana, è infatti – ha precisato l’arcivescovo ricordando le parole del Papa – la sola arca che potrà salvaguardare la pace e solcare i mari in tempesta del nostro mondo. Un appello che si fa compito urgente e decisivo e che vede nelle religioni il ruolo cruciale di costruire ponti tra i popoli e le culture”.
“Credo sia particolarmente significativo – ha concluso – sentir risuonare questo forte invito da Firenze. Città sul monte da dove, come diceva Giorgio La Pira, si riesce a vedere lontano proprio in direzione della fraternità e dell’accoglienza”.

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