Supplica Madonna Pompei: mons. Russo (Cei), “tutti possiamo promuovere una civiltà a misura d’uomo”

La vita del beato Bartolo Longo “ci insegna che non c’è caduta da cui non ci si possa rialzare, non c’è baratro da cui non si possa uscire, non c’è buio così nero da non poter vedere la luce”. Lo ha affermato ieri il segretario generale della Cei, mons. Stefano Russo, presiedendo la messa che ha preceduto la supplica alla Madonna di Pompei. Commentando il Vangelo della domenica, Russo ha sottolineato come “un briciolo di fede può far sradicare un gelso e farlo crescere in mare; se abbiamo fede quanto un granellino di senape, il gelso della nostra vita può crescere anche in luoghi impossibili, può crescere nel mare della storia, che tante volte è burrascoso e pericoloso”. “Misura della fede – ha proseguito – sono le opere, quindi la vita; una vita improntata al servizio, senza che questo diventi motivo per poter vantare alcunché: ‘Siamo servi inutili’”. “Inutili”, ha evidenziato il vescovo, “è una parola che colpisce, ci appare dura, irritante, pungente, provocante. Ma con l’invito a sentirci tali, il Vangelo vuol portarci ad ammettere che non possiamo pensarci padroni della nostra vita”. Per mons. Russo, “quando i risultati che ci aspettavamo non ci sono, quando le situazioni in cui ci dibattiamo ci sembrano perdute, riconoscerci servi inutili significa affermare il primato di Dio, significa dire: ‘Sei tu l’unico Signore, a cui affido quanto mi sta a cuore, sapendo che sei fedele. Sei tu solo che salva. Sei tu solo che assicura la pace’”. “Questa fiducia – e la libertà che genera – ci rendono umili, disponibili a fare quanto sta in noi con semplicità e senza pretese. Ci dà serenità e fiducia. Ci fa riconoscere che, pur nella nostra debolezza, Dio ispira il nostro cuore e opera attraverso le nostre mani, ci sostiene nel compito di promuovere una civiltà a misura d’uomo. Possiamo farlo davvero tutti”, ha ammonito. Dopo aver sottolineato che “qui a Pompei diventa visibile ed esemplare la promozione di una civiltà davvero umana” per via delle tante opere di carità attive, mons. Russo ha evidenziato che “la ‘Supplica’ composta da Bartolo Longo è divenuta una preghiera nota in tutto il mondo” e “noi stessi oggi siamo qui animati dalla stessa volontà di affidarci a Maria, discepola e madre nella fede, serva per eccellenza. Al suo cuore affidiamo quanto ci angustia: il cammino educativo dei nostri ragazzi; il lavoro che manca, i giovani che lo cercano e faticano a trovarlo; le tensioni familiari e sociali che stentano a comporsi; la sofferenza e la solitudine di tanti malati”.

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