Sinodo per l’Amazzonia: Buscemi (biblista), “il diritto all’Eucaristia è ora negato. Riconoscere nuove figure ministeriali”

“La realtà è che in alcune comunità dell’Amazzonia c’è una Eucaristia ogni quattro anni. In Brasile ogni 10 celebrazioni domenicali 7 sono celebrazioni della Parola. Il diritto all’Eucaristia è negato. Per questo molti vanno al culto delle chiese protestanti e chiedono: quando potremo avere la messa?”. Lo dice al Sir Maria Soave Buscemi, milanese, missionaria laica fidei donum della diocesi di Novara, che vive in Brasile da 32 anni, naturalizzata brasiliana. Nella fase preparatoria al Sinodo per l’Amazzonia che si svolgerà dal 6 al 27 ottobre in Vaticano sono arrivate 86.000 risposte da parte di persone singole, gruppi, assemblee diocesane, che hanno costituito la base dell’Instrumentum laboris. La richiesta “intra-ecclesiale” vorrebbe laici e laiche, presbiteri sposati, come figure riconosciute dalla Chiesa per garantire a tutte le comunità, anche le più sperdute, “il diritto all’Eucaristia”. La sfida, a suo avviso, “è passare da una pastorale della visita ad una pastorale della presenza, portata avanti finora da donne e uomini con famiglia, che  lavorano e animano le comunità”. Si tratta di “fare un salto di conversione enorme”, dove il governo della parrocchia “non sia di uno verso tutti”. “Perché non una animatrice laica ‘parroca’?”, propone la biblista. “Dobbiamo riprendere la teologia dei sacramenti e il sacramento fondante è il battesimo – afferma -. È stato il grande passo del Concilio Vaticano II che però teniamo nel cassetto. La Chiesa è popolo di Dio e uomini e donne hanno la stessa essenza battesimale. Per fortuna abbiamo un Papa che ha questo concetto molto chiaro”.

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