Disabilità: Fish, lettera aperta al premier Conte. Serve “impegno non episodico nella direzione di politiche e servizi inclusivi”

“Il movimento delle persone con disabilità e dei loro familiari, chiede con determinazione un impegno non episodico nella direzione delle politiche e dei servizi inclusivi”. È quanto scrive la Fish (Federazione italiana per il superamento dell’handicap) in una lettera aperta inviata al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte.
Il testo, intitolato “Le politiche future per la disabilità. Bandire la segregazione e dare concretezza all’inclusione sociale”, viene diffuso circa due dall’incontro avuto dalla Fish con il premier nei giorni della formazione del Governo e della stesura del relativo programma. Fu, ricorda una nota, “un confronto che ha rimarcato in maniera chiara ed incontrovertibile che per dare concretezza alla Convenzione Onu e all’inclusione delle persone con disabilità è necessaria una forte volontà politica, un assetto strategico ed istituzionale chiaro con un intervento di coordinamento e innovazione della attuale normativa vigente. Impegni da assumere e gestire ai massimi livelli istituzionali con regia, indirizzo e monitoraggio congruenti”.
Ora la Fish rilancia “il confronto attorno alle future politiche per la disabilità e agli aspetti organizzativi e funzionali necessari alla loro realizzazione”. “La Federazione – spiega la nota – approva che la delega sulla disabilità venga mantenuta direttamente in capo alla Presidenza, con assegnazione specifica ad uno dei tre sottosegretari del Consiglio dei ministri” ma chiede al premier che “possa farsi da garante”. Tra le richieste quella di “rafforzare il ruolo e le competenze dell’Osservatorio nazionale sulla Condizione di vita delle Persone con disabilità istituito dalla legge 18/2009 e del suo Comitato tecnico scientifico”. Viene inoltre espressa la necessità di attuare “i supporti e i servizi a sostegno dei caregiver familiari e del loro lavoro di cura”, “gli interventi per migliorare la mobilità, l’accessibilità e la qualità dei luoghi, dei servizi e delle opportunità culturali e ricreative”, “il diritto alle cure migliori, all’abilitazione, alla diagnosi anche precoce”.

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