Ue: audizioni commissari. Gentiloni, “dobbiamo agire per investimenti, tasse, bilanci pubblici”. Ppe attacca l’ex premier e l’Italia

(Bruxelles) “L’audizione che si è svolta stamane è conferma del fatto che la democrazia europea esiste e funziona”, anche se ha dei limiti. Paolo Gentiloni ha concluso con un breve intervento in italiano la sua audizione, dopo aver risposto per circa due ore in inglese alle domande dei membri delle commissioni economia, bilancio e lavoro. Nel suo intervento finale ha voluto sottolineare solo un elemento emerso nel dibattito: “Cercherò di non rassegnarmi alle situazioni di stallo e cercherò di coinvolgere sempre il Parlamento”. “Non possiamo permetterci”, ha continuato, “di non decidere” su temi quali le tasse, la crescita, le regole delle politiche di bilancio”. Fra gli argomenti toccati dall’ex premier italiano anche la riduzione dei debiti pubblici elevati e la necessità di favorire gli investimenti come volano per il rilancio delle economie. Per evitare lo stallo servono “politica e fiducia”. “Sono italiano e appartengo alla famiglia dei socialdemocratici”, ha concluso, “ma sarò commissario all’economia dell’Ue, la mia parte sarà l’Europa”. Le domande si sono concentrate soprattutto sul Patto di stabilità e crescita, sulla possibile riforma e per tastare la fedele applicazione delle regole del commissario. I paradisi fiscali sono stati un altro tema ricorrente, così come sono stati chiesti chiarimenti sul “sistema europeo di ri-assicurazione per la disoccupazione” annunciato da Gentiloni nel suo intervento introduttivo.
Dal Partito popolare europeo subito una reazione critica via twitter: “Paolo Gentiloni è stato primo ministro in Italia con un debito pubblico intorno al 135% e non è riuscito a ridurre i livelli del debito. Come possiamo supporre che arginerà i problemi del debito pubblico in Europa?”.

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