Papa Francesco: messaggio ai vescovi europei, “la carità è il più grande antidoto” contro i populismi del nostro tempo

La carità “è il più grande antidoto contro le tendenze del nostro tempo, piene di lacerazioni e di contrapposizioni. Il vostro sia dunque un impegno di carità”. È questo il “compito” che Papa Francesco consegna ai vescovi europei. In un lungo messaggio inviato oggi ai presidenti delle Conferenze episcopali d’Europa riuniti a Santiago de Compostela per l’Assemblea plenaria, Papa Francesco torna a citare il Vangelo di Matteo e scrive: “Ogni volta che facciamo anche una sola di queste cose ad un nostro fratello, lo abbiamo fatto al Signore Gesù! Tale gratuità costituisce un segno tangibile di speranza, poiché ci porta a guardare l’altro come persona”. E aggiunge: “I populismi che vediamo dilagare di questi tempi – scrive –, si nutrono della continua ricerca di contrasti, che non aprono il cuore, anzi lo imprigionano dentro muri di risentimento soffocante. Invece, la carità apre e fa respirare. Essa non contrappone le persone, ma vede riflesse nel ‘bisogno degli ultimi’ le necessità di ciascuno di noi, poiché tutti siamo un po’ indigenti, tutti un po’ fragili, tutti bisognosi di cure”. La carità deve contraddistinguere la presenza della Chiesa in Europa. Il Papa incalza: “Non venga dunque meno il nostro impegno nel dare testimonianza di fede al nostro tempo spesso smarrito, consapevoli che la fede non si trasmette per proselitismo ma per attrazione, cioè per testimonianza. Non si tratta di ripresentare schemi del passato, ma di lasciarci guidare dallo Spirito del Signore nel proporre la gioia che scaturisce dal Vangelo agli uomini e alle donne che incontriamo nel ministero quotidiano”. È questo il ruolo della Chiesa oggi in Europa: “Nell’intraprendere questo cammino di vicinanza al prossimo, nel chinarsi sulle ferite di quanti sono smarriti, indifesi ed emarginati, la Chiesa rinnoverà il suo impegno per l’edificazione dell’Europa, una responsabilità mai venuta meno, pur fra molteplici difficoltà, fin da quando Paolo, Sila e Timoteo approdarono sulle coste d’Europa”. Il messaggio si chiude quindi con un appello: “non manchi il popolo di Dio di adoperarsi per un nuovo umanesimo europeo, capace di dialogare, di integrare e di generare , valorizzando nel contempo ciò che è più caro alla tradizione del continente: la difesa della vita e della dignità umana, la promozione della famiglia e il rispetto per i diritti fondamentali della persona. Attraverso tale impegno l’Europa potrà crescere come una famiglia di popoli, terra di pace e di speranza”.

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