40° Conferenza di Puebla: mons. Cabrejos (Celam), “pietra miliare in continuità con il Concilio e Medellín, i suoi effetti continuano”

Si è aperto ieri a Roma, nella casa generale dei Gesuiti, il Congresso internazionale “A quarant’anni dalla Conferenza di Puebla. Comunione e partecipazione”, promosso dalla Pontificia Commissione per l’America Latina (Cal) per celebrare l’anniversario della terza Conferenza generale dell’episcopato latinoamericano, che si tenne nel 1979 alla presenza di Papa Giovanni Paolo II.
Il congresso, che proseguirà fino a domani, si è aperto ieri con il saluto del presidente della Consiglio episcopale latinoamericano (Celam), mons. Miguel Cabrejos, il quale ha messo in evidenza la continuità di quell’evento ecclesiale con il Concilio Vaticano II e con la Conferenza generale di Medellín (1968), in quanto “sviluppò una profonda riflessione cristologica ed ecclesiologica sull’evangelizzazione con una prospettiva e un’anima latinoamericane”.
Ha proseguito il presidente del Celam, sottolineando anche l’ulteriore continuità con le successive Conferenze di Santo Domingo e di Aparecida: “Questo volto latinoamericano dell’evangelizzazione, espressione dei nuovi volti del Cristo sofferente, si manifesta oggi in alcuni punti: in primo luogo, la riaffermazione delle linee principali di Medellín. Quell’esperienza non è morta. In secondo luogo, l’evangelizzazione con le tre grandi verità di Giovanni Paolo II: la verità su Cristo, la verità sulla Chiesa e la verità sull’uomo. In terzo luogo, l’evangelizzazione della cultura popolare e della religiosità. La religiosità popolare in America Latina è molto grande, così come la devozione mariana. E oggi il Sinodo panamazzonico parla della questione culturale, dell’inculturazione, dell’interculturalità, della transculturalità. Questioni importanti che erano già state poste a Puebla. In quarto luogo, il rapporto tra evangelizzazione, liberazione e promozione umana, in quinto luogo, la valorizzazione delle Comunità ecclesiali di base”.
In questo senso, secondo mons. Cabrejos, questo congresso internazionale è una brillante opportunità per approfondire il suo significato, le sue sfide e i suoi impegni per il futuro. “Puebla è di 40 anni fa, ma i suoi effetti continuano. Puebla è importante perché segna una pietra miliare nella Chiesa dell’America Latina e dei Caraibi, indicata come il ‘continente della speranza’ da san Giovanni Paolo II”.
Tra i relatori del congresso si segnalano il presidente della Cal, card. Marc Ouellet, il già vicepresidente della Cal, Guzmán Carriquiry Lecour, lo stesso mons. Cabrejos, teologi come Gustavo Gutiérrez (Perù), Alexandre Awi Mello e José Marins (Brasile), Carlos Salinas Araneda (Cile), Juan Carlos Scannone e Carlos María Galli (Argentina), storici come gli italiani Massimo De Giuseppe e Gianni La Bella e il messicano Rodrigo Guerra.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Riepilogo

Informativa sulla Privacy