Ragazzo ucciso a Roma: Squillaci (Fict), “fermiamo questo ‘far west’ causato dalla droga”

“Fermiamo questo ‘far west’, sembra di vivere in una terra di frontiera dal grilletto facile”. Lo afferma Luciano Squillaci, presidente della Federazione italiana delle comunità terapeutiche (Fict), alla luce dell’omicidio di Luca Sacchi, il giovane ucciso a Roma con un colpo di pistola alla testa, dietro cui sembra esserci l’ombra della droga. “Ogni giorno, sempre di più, si leggono sui giornali fatti di cronaca con protagonisti: i giovani e la droga. Articoli che mettono paura, perché sembra che tutto non sia più gestibile. E spesso le cose sono proprio come sembrano”. “Dobbiamo capire che non esistono buoni e cattivi, ma azioni buone e azioni cattive – spiega Squillaci -. La droga è come un cancro dell’anima che ci fa perdere dentro un labirinto ed il ‘filo di Arianna’ è la creazione di una rete sociale di riferimento”. La dinamica delineata dal presidente della Fict è la seguente: “I ragazzi delinquono per la droga, muoiono per il loro divertimento che è diventato dipendenza. I ragazzi si sparano per questo divertimento, commettendo azioni che graveranno sulla loro stessa vita”. Quindi, l’invito agli adulti a insegnare ai giovani che “il male si nasconde spesso dietro a un piacere illusorio e a un guadagno facile e che la vita è anche sacrificio e libertà di scegliere la cosa giusta”. “C’è una scarsa attenzione – continua Squillaci – a questa piaga e rispondiamo ancora reagendo a fatti che potrebbero essere evitati ma dobbiamo lavorare su azioni preventive”.

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