This content is available in English

Ue: Juncker (Commissione) agli eurodeputati, “lottate contro i nazionalismi”. Bilancio di 5 anni alla guida dell’esecutivo

(Strasburgo) “Lottate contro i nazionalismi, stupidi e limitati”. Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione, conclude così il suo – probabilmente – ultimo discorso dinanzi all’Europarlamento, riunito questa settimana in plenaria a Strasburgo. Se le procedure per la nuova Commissione guidata da Ursula von der Leyen procederanno come stabilito, Juncker lascerà l’incarico di Bruxelles il 30 novembre. Chiamato a rendere conto dell’operato del suo Collegio per il periodo 2014-2019, snocciola numeri e risultati, senza tacere gli “insuccessi”. Giunto alla guida dell’esecutivo durante la crisi economica, aveva stabilito – ricorda – tre parole d’ordine: “Crescita, occupazione e investimenti”. Da allora l’economia europea si è faticosamente risollevata, la disoccupazione è ai minimi storici in molti – non tutti – i Paesi: il “Piano Juncker per gli investimenti ha mobilitato 142 miliardi e creato – sostiene – un milione di posti di lavoro”. “Abbiamo reso il patto di stabilità più flessibile e così siamo andati in aiuto di Spagna, Portogallo, Italia e Grecia, quando ci è stato richiesto”, nonostante la contrarietà “di molti Paesi membri”. Sulla Grecia afferma: “Abbiamo ridato dignità a quel Paese”, per lenire le “sofferenze della popolazione”. Racconta: “Si voleva impedire alla Commissione di agire” a favore di Atene “e ricordo le telefonate di diversi leader che mi dicevano: fatti gli affari tuoi. Ma noi abbiamo agito in base ai trattati che stabiliscono che la Commissione è guardiana degli interessi generali. E salvaguardare l’Eurozona è un interesse comune”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Riepilogo

Informativa sulla Privacy