Romania: convegno sulla demonologia, il ministero dell’esorcismo crescente necessità pastorale

Il ministero dell’esorcismo si conferma una crescente necessità pastorale anche in Romania. A Blaj, in Transilvania, sede della Chiesa greco-cattolica romena unita con Roma, si sono svolti i lavori del primo convegno di demonologia nella nazione centro-europea, organizzato il 18 ottobre scorso dalla Facoltà di Teologia Greco-Cattolica dell’Università Babes-Bolyai di Cluj-Napoca. Il convegno internazionale sul tema “Demonologia oggi: fondamenti teologici e aspetti pratici” ha visto l’intervento di teologi, biblisti, esorcisti, storici, canonisti e patrologi dalla Romania e dall’Italia. Il giorno precedente il convegno, i relatori italiani, accompagnati dal vescovo Claudiu-Lucian Pop, sono stati ricevuti in udienza dal card. Lucian Muresan, arcivescovo di Fagaras e Alba Iulia dei Romeni. Il cardinale ha espresso grande interesse per le tematiche trattate, auspicando – anche alla luce del recente magistero – una rinnovata attenzione pastorale al ministero dell’esorcismo, autentico ministero della consolazione in una società sempre più complessa e sofferente. Una sensibilità che è stata percepita, alla vigilia del convegno, anche nell’assemblea plenaria della Conferenza episcopale romena. Nel corso dei lavori è intervenuto, in collegamento dall’Italia, padre Francesco Bamonte, presidente dell’Associazione internazionale degli esorcisti (Aie), che ha presentato l’associazione fondata nel 1990 da padre René Chenesseau e don Gabriele Amorth, riconosciuta nel 2014 dalla Santa Sede, le sue attività di formazione e aggiornamento dei sacerdoti iscritti: circa 400 esorcisti in tutto il mondo.
Il convegno ha evidenziato alcuni aspetti e bisogni legati alla realtà romena. Non sempre le diocesi romene presentano un esorcista incaricato dal vescovo di questo delicato ministero. Inoltre, le distanze chilometriche tra una diocesi e l’altra, per le comunicazioni non sempre agevoli, non facilitano i fedeli alla ricerca di un primo discernimento per il loro stato di sofferenza. Nel contempo la Romania, alla luce della storia recente, costituisce un laboratorio privilegiato per comprendere strategie e dinamiche del mistero di iniquità. Le vicende dei martiri della Chiesa greco-cattolica e latina, le terribili persecuzioni comuniste, l’assoluto grado di malvagità in odio alla fede raggiunto dagli aguzzini nelle carceri del regime sembrano trovare una spiegazione in quella che fu una consapevole quanto vasta adesione personale al Male e al suo ispiratore. Inoltre, peculiarità della Chiesa greco-cattolica romena, come delle altre Chiese cattoliche orientali, è da un lato la presenza anche di clero uxorato e dall’altro l’assenza di un Rituale degli esorcismi così come è stato elaborato nel corso dei secoli dalla Chiesa di rito latino, qui sostituito da specifiche orazioni e benedizioni. Circa il clero uxorato, l’esercizio del ministero dell’esorcismo non trova nel matrimonio del prete, sacramento che precede l’ordinazione, alcun elemento giuridico ostativo. Auspicata, grazie anche alla disponibilità dell’Aie, l’organizzazione di seminari nelle facoltà teologiche, nei seminari e per la formazione permanente del clero locale. Alla vigilia della sessione autunnale del sinodo della Chiesa greco-cattolica romena, in programma dal 23 al 25 ottobre, i temi emersi in questo convegno, che si propone di avere una periodicità annuale, possono costituire un ulteriore dato di riflessione teologica e pastorale.

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