Diocesi: Termoli, per apertura Mese missionario straordinario testimonianza di padre Albanese e messa presieduta da mons. De Luca

La diocesi di Termoli-Larino ha aperto ieri il Mese straordinario dedicato alla missioni, voluto da Papa Francesco., con due momenti: il primo si è tenuto nella chiesa di San Timoteo e l’altro in cattedrale. La parrocchia di San Timoteo è stata scelta per valorizzare la figura del Santo, scelto da San Paolo come compagno dei suoi viaggi missionari e del quale si venerano le reliquie custodite proprio nella cattedrale di Termoli. Il programma, a cura dell’équipe diocesana per le missioni, ha previsto la recita del rosario con la presentazione delle realtà missionarie di alcune congregazioni di suore della diocesi. È seguita la testimonianza di padre Giulio Albanese, direttore di “Popoli e Missione”. Il suo intervento, si legge in una nota diffusa oggi, ha ripercorso il senso più profondo dell’impegno missionario in cui “ci viene chiesto, in forza della fede, di affermare una fraternità universale nella cornice del Regno di Dio come presenza di Gesù Cristo nella storia dell’uomo”, ma anche il “coraggio di osare di scendere nella piazza, nell’agorà, nel mondo”. Il missionario, che ha vissuto anche l’esperienza del sequestro, si è soffermato sulle storie di giovanissimi combattenti e di persone di ogni età barbaramente uccise nei conflitti e coinvolti in tante ingiustizie ancora presenti che vanno raccontate e portate a conoscenza di tutti, anche con i mezzi di informazione, invece di essere ignorate. In particolare, ha osservato, “l’informazione va vista come prima forma di solidarietà anche per formare la coscienza e la consapevolezza rispetto a fatti e accadimenti molto più vicini a noi di quanto potremmo immaginare”. La giornata missionaria si è conclusa in cattedrale con la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo, mons. Gianfranco De Luca, che ha evidenziato come il tema del Mese straordinario si proponga di rinnovare l’impegno missionario di ognuno: “Battezzati e inviati”, tema che, peraltro, rispecchia anche quello dell’anno diocesano “Pane spezzato e condiviso”. “Se siamo battezzati – ha spiegato il vescovo – siamo consapevolmente inviati a essere benedizioni e dono di amore per l’altro” ricordando in “sale, lievito e luce” le parole che usa Gesù per dire chi è e qual è il compito di ogni cristiano e indicando, inoltre, l’esempio di Santa Teresina di Lisieux, patrona delle missioni, “nella sua semplicità e nella pienezza della vita bella in cui tutti possiamo essere partecipi e quindi testimoni”.

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