Siria: Caritas italiana, “interrompere, senza condizioni, l’ennesimo eccidio e ristabilire il rispetto del diritto internazionale”

Appello della Caritas italiana al Governo italiano, all’Unione europea e a tutta la Comunità internazionale “affinché si faccia tutto il necessario per interrompere, senza condizioni, l’ennesimo eccidio e ristabilire il rispetto del diritto internazionale”. “Con il beneplacito di alcuni Stati – denuncia la Caritas, in una nota diffusa poco fa – si è consumata l’ennesima violazione del diritto internazionale, ormai calpestato sistematicamente in una guerra che dura da oltre 8 anni e che ha trasformato il suolo siriano nel campo di battaglia di una guerra infinita tra potenze regionali”. “Ora più che mai – avverte la Caritas – c’è bisogno dell’impegno e della solidarietà di tutti, perché si possa trovare una soluzione pacifica a questo ennesimo fronte di guerra e si possa rispondere velocemente ai bisogni umanitari più immediati. Il popolo siriano, piagato da quasi nove anni di guerra che hanno causato morte, distruzione e povertà, ha bisogno di pace per ricostruire la propria vita con dignità”. Tutta la rete Caritas, già operante da anni nel Paese, “si sta mobilitando per essere pronta a rispondere a questa nuova emergenza umanitaria”. In particolare, si legge nella nota, “le Caritas di Aleppo e Hassake, con il sostegno di Caritas italiana e di altre Caritas estere, si stanno organizzando per riuscire a rispondere alle molteplici necessità in un contesto sempre più difficile e pericoloso”. Caritas italiana sostiene gli interventi delle Caritas dei Paesi coinvolti nella crisi siriana – Siria, Libano, Giordania, Turchia, Cipro, Grecia, Macedonia, Serbia e Bosnia – sin dallo scoppio della guerra a marzo 2011. Ad oggi Caritas italiana, grazie alle offerte ricevute e a contributi dell’otto per mille alla Chiesa Cattolica, ha realizzato decine di progetti con un intervento complessivo di oltre 7.200.000 euro in vari ambiti: assistenza umanitaria, supporto psicosociale, sanità, promozione del lavoro e convivenza pacifica tra i giovani.

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