Naufragio a Lampedusa: trasferite a Porto Empedocle le salme delle vittime, troveranno riposo nei cimiteri dell’agrigentino

Sono arrivate questa mattina a Porto Empedocle le tredici bare con i corpi delle vittime, tutte donne, del naufragio al largo di Lampedusa nella notte tra il 6 e il 7 ottobre scorsi. A raccontare quanto successo al molo Sciangula è il settimanale diocesano agrigentino “L’Amico del popolo”.
“C’è una bara, allineata alle altre, un po’ più particolare. Al suo interno racchiude i sogni, le speranze, le paure di una ragazzina di 12 anni…”. Presenti sul molo le autorità civili e militari ma anche diversi cittadini e cittadine che hanno voluto rendere omaggio anche solo con un fiore ai migranti morti. Il Prefetto Dario Caputo ha avuto parole di apprezzamento per i Comuni dell’agrigentino che hanno accolto la richiesta di accogliere temporaneamente, nei loro cimiteri, le bare nella speranza che i corpi possano essere identificati e fare ritorno nella loro terra. Don Leopoldo Argento, parroco della matrice di Porto Empedocle e, anche lui, già parroco di Lampedusa, don Luca Camilleri, direttore dell’ufficio per il Dialogo interreligioso dell’arcidiocesi di Agrigento, e il direttore dell’Ufficio missionario, don Aldo Sciabbarrasi, hanno benedetto i corpi ed elevato una preghiera di suffragio. “Non vogliamo più vivere tragedie come queste, auspichiamo che chi di dovere, ognuno per le proprie competenze, possa intervenire concretamente con soluzioni, risolutive”, ha detto don Sciabbarrasi. Dure le parole di don Argento: “Inghiottiti dal mare dell’indifferenza di un’Europa vecchia nel cuore che passa di trattato in trattato senza concludere nulla, mentre il Mediterraneo continua ad essere un cimitero”.
Gli Imam di Agrigento nelle loro Moschee si sono uniti alla preghiera.

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