Diocesi: mons. Tisi (Trento), “il nostro sistema relazionale è malato”. “Dialogare senza paura con le nostre ferite”

“Dagli amici che vivono la sofferenza psichica ho imparato che cos’è la vita. Da loro potrebbe venire il cambiamento del nostro sistema relazionale che è malato ed ammala”. Davanti a circa 600 persone, fra utenti, familiari e operatori del mondo della salute mentale, riuniti a Trento (Sala Cooperazione) per il XX convegno nazionale “Le parole ritrovate”, dove si raccontano le buone pratiche del fare assieme, mons. Lauro Tisi porta il suo saluto “non da arcivescovo”, precisa, ma da chi, “nel suo cammino di prete, ha avvicinato in più occasioni malati psichici”. “La prima cosa che ho scoperto – racconta – è che nessuno di noi è sano, abbiamo tutti delle ferite sul piano relazionale. Siamo tutti malati e ci farebbe bene ammetterlo e riconoscerci invece fragili, frammenti”. “Siamo chiamati – ha proseguito – a dialogare con le nostre ferite, non avere paura di esse. Anche il mondo ecclesiale ha bisogno di guarire dall’identificazione del buono e del cattivo. Per fortuna, Gesù di Nazareth è una terapia straordinaria per il disagio psichico perché non ha chiesto a nessuno di essere perfetto, ma ha detto a tutti che le ferite non erano un problema, si può camminare anche con le ferite. Basta camminare, non occorre arrivare”. “Liberiamoci – ha concluso – dallo stigma che se uno è ammalato di tutto non ha paura a dirlo, se invece ha queste fatiche deve nascondersi. Io stesso mi sento malato psichico e in cammino con le mie ferite. I nani sono quelli che dicono: ‘Io non ho bisogno'”.

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