Papa Francesco: vespri, “omissione è contrario di missione”. “Se Chiesa non è in uscita e missionaria non è Chiesa. Chiesa è per strada, cammina”

“L’omissione è il contrario della missione”. Lo ha detto il Papa nell’omelia dei vespri presieduti questa sera nella basilica di San Pietro in occasione dell’inizio del Mese missionario straordinario. Commentando la parabola dei talenti, Francesco spiega che Dio è così severo con il servo perché “ha peccato di omissione. S. Alberto Hurtado – aggiunge a braccio – diceva: ‘È bene non fare del male ma è male non fare del bene'”. E questo “può essere il peccato di una vita intera, perché abbiamo ricevuto la vita non per sotterrarla, ma per metterla in gioco” e “il segreto per possedere la vita è donarla. Vivere di omissioni è rinnegare la nostra vocazione”. Secondo il Papa pecchiamo di omissione quando ci chiudiamo “in un triste vittimismo”, quando “cediamo alla rassegnazione”, quando “continuiamo a dire che va tutto male, nel mondo come nella Chiesa”, quando “siamo schiavi delle paure che immobilizzano e ci lasciamo paralizzare dal ‘si è sempre fatto così’”. Pecchiamo contro la missione anche “quando viviamo la vita come un peso e non come un dono; quando al centro ci siamo noi con le nostre fatiche, non i fratelli e le sorelle che attendono di essere amati”. “Dio ama chi dona con gioia”, prosegue Francesco; pertanto “ama una Chiesa in uscita. Ma stiamo attenti – avverte a braccio -. Se non è in uscita non è Chiesa, la Chiesa è per la strada, cammina. Una Chiesa in uscita, missionaria, è una Chiesa che non perde tempo a piangere le cose che non vanno, i fedeli che non ha più, i valori di un tempo che non ci sono più”; non cerca “oasi protette” ma “desidera solo essere sale della terra e lievito per il mondo. Sa che questa è la sua forza, la stessa di Gesù: non la rilevanza sociale o istituzionale, ma l’amore umile e gratuito”.

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