Nuovo Governo: p. Occhetta (La Civiltà Cattolica), “iniziato un cambiamento destinato a lacerare l’anima del Movimento 5 Stelle”

“Dopo l’alleanza Pd-M5S nulla rimane come prima. Anzi, saranno messi alla prova il metodo e il merito delle forze di governo. Prevarrà la logica dell’’alleanza’ su cui si basa il Pd oppure quella del ‘contratto’ politico del M5S? La prima richiede visione comune e unità; il ‘contratto’, invece, si limita a realizzare punti specifici nell’interesse delle parti. Il male minore”. Lo scrive padre Francesco Occhetta, scrittore de La Civiltà Cattolica, nel numero di ottobre di Vita pastorale, anticipato al Sir, in cui segnala che “Di Maio da ago della bilancia del governo precedente lo è diventato anche per questo nuovo, grazie alla politica dei due forni e all’arte del ‘trasformismo’”. A suo avviso, la  tenuta del governo dipenderà dalla “capacità dei soggetti politici di interpretare le sfide del tempo”. Guardando in casa M5S, p. Occhetta spiega che “ha iniziato un cambiamento destinato a lacerare l’anima del movimento, diviso tra una classe dirigente parlamentare che si è consolidata e l’area assemblearista e promotrice della democrazia diretta di Casaleggio”. “L’opposizione dei parlamentari pentastellati all’approvazione del governo da parte della piattaforma Rousseau è il sintomo di un disagio più grande”. L’impegno più grande, secondo il gesuita, è quello di “trasformare in risposte concrete le tante promesse elencate nei 26 punti dell’accordo di governo: dalla riduzione dell’Iva al rilancio del lavoro e delle imprese; dai provvedimenti tesi a favorire le famiglie italiane – a cominciare dall’assegno unico – alle politiche ambientali; dalle riforme costituzionali accompagnate da una legge elettorale proporzionale all’attuazione della riforma del Terzo settore”.
Evidenziando, infine, che “il presidente Conte ha chiesto a tutti l’impegno di ripartire dal dialogo sociale, dalla sobrietà nelle parole e dall’operosità nell’azione per riportare al centro delle politiche equilibrio e moderazione”, p. Occhetta crede che sia su questi tre fronti che “la Chiesa può contribuire attraverso temi e formazione a rilanciare il dialogo sociale e la collaborazione dei corpi intermedi”.

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