Economia: Istat-Ifo-Kfo, prospettive di crescita debole per l’area euro. Attesa leggera accelerazione tra fine 2019 e inizio 2020

“Le turbolenze geopolitiche, associate alla riduzione dei flussi di commercio mondiale, hanno influenzato negativamente le prospettive internazionali. In questo contesto, la crescita economica per l’area dell’euro è attesa rallentare”. È quanto emerge dall’“Euro-zone economic outlook” (Ezeo) diffuso oggi da Istat, Leibniz Institute for Economic Research at the University of Munich (Ifo) e Kof Swiss Economic Institute secondo cui “i rischi per le prospettive sono al ribasso e continuano a provenire dalle tensioni commerciali a livello mondiale e dalla gestione, ancora incerta, della Brexit”.
“I maggiori rischi per le prospettive – viene spiegato – sono legati alle turbolenze geopolitiche: l’accresciuta incertezza derivante dai conflitti commerciali a livello globale, gli sviluppi politici legati a un aumento delle probabilità di una hard-Brexit e i recenti attacchi terroristici alla produzione petrolifera”. “Il proseguimento della fase di rallentamento del commercio internazionale – si legge nell’Ezeo – potrebbe produrre ulteriori effetti negativi sulle esportazioni e sull’attività manifatturiera dei principali Paesi europei, in particolare la Germania”.
Il Pil dell’area dell’euro, precisa il rapporto, è aumentato dello 0,2% nel secondo trimestre, in rallentamento rispetto al primo (+0,4%) a seguito del contributo negativo delle esportazioni nette (-0,1 punti percentuali) e della flessione del valore aggiunto del settore manifatturiero (-0,7%). Nell’orizzonte di previsione, il Pil dell’Eurozona mostrerà una maggiore resilienza segnando un moderato aumento nel terzo trimestre (+0,2%) con una leggera accelerazione nei due trimestri successivi (+0,3% sia nel quarto trimestre 2019 sia nel primo trimestre 2020). Il principale motore della crescita saranno le spese per consumi privati sostenute dall’andamento ancora positivo del mercato del lavoro.
Per i prossimi mesi gli indicatori compositi sull’andamento dell’economia e quelli di fiducia confermano la persistenza di un quadro di difficoltà economiche.
Per quanto riguarda la produzione industriale, nel terzo trimestre è attesa diminuire (-0,6%) per poi aumentare in misura contenuta nei trimestri successivi (+0,2% nel quarto trimestre e +0,3% nel primo trimestre 2020).
Infine, si prevede che l’inflazione si attesti all’1,0% nel terzo trimestre per poi aumentare in misura contenuta nel quarto (+1,1%) e nel primo trimestre 2020 (+1,4%). Questo nell’ipotesi tecnica che il prezzo del petrolio del Brent rimanga stabile a 62 dollari al barile e che il tasso di cambio dollaro/euro rimanga a 1,10 nell’orizzonte di previsione.

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