Migranti: don La Magra (parroco Lampedusa), “aprire i porti, inaccettabile che qualsiasi dibattito politico venga fatto sulla pelle di persone fragili, ferite e disarmate”

“… Comportatevi da cittadini degni del Vangelo”, ricordando che “la nostra fede consiste in una relazione reale e viva con il Signore Risorto, noi lo incontriamo e riconosciamo presente nella vita della sua Chiesa, nei Sacramenti della Grazia, nella sua Parola vissuta e in ognuno dei ‘suoi fratelli più piccoli’: esclusi, sofferenti e stranieri”. Don Carmelo La Magra, parroco della parrocchia San Gerlando, sull’isola di Lampedusa, cita la lettera ai Filippesi e, in un messaggio diffuso in occasione dell’Epifania, fa appello a “cristiani e cittadini”: “in questo tempo che richiede una testimonianza efficace – scrive -, siamo chiamati dagli eventi della storia ad essere protagonisti, e non spettatori, delle vicende politiche del nostro Paese”. E più in là nel testo: “Noi teniamo in mano il Vangelo ma, soprattutto, lo teniamo nel cuore e nella mente come lampada che illumina i passi della vita personale e sociale, come bussola di relazioni autentiche con il Prossimo. Non possiamo accettare chi cerca di ridurre la fede cristiana ad un semplice fatto culturale, un cumulo di tradizioni e usanze che hanno bisogno della nostra custodia per evitare l’estinzione”. L’intervento del sacerdote agrigentino trae spunto dalle vicende di cronaca: il divieto di attracco che continua a impedire lo sbarco di 49 migranti “che hanno la sola colpa di sperare e sognare il futuro” e, più in generale, le leggi che permettono il protrarsi di questa situazione. “È inaccettabile, da ogni punto di vista, che qualsiasi dibattito politico venga fatto sulla pelle di persone fragili, ferite e disarmate”, dice il sacerdote. “Da buoni cittadini vogliamo essere rispettosi dei valori universali e dei diritti umani, come sancito dalla nostra costituzione, garantiti ad ogni essere umano. Rifiutiamo la logica di chi, procurando esclusivamente conflitti tra poveri, vorrebbe far passare per giustizia la prevaricazione e per sicurezza il peggiore dei nazionalismi. Noi sappiamo – scrive nel messaggio don La Magra – che ‘Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto’ (At 10,34-35). La nostra coscienza, pertanto, non può in alcun modo accettare e ritenere giusta nessuna legge che vada contro questi principi; non crediamo di poter considerare legittima nessuna autorità politica, nessun suo pronunciamento che ci porti a mettere in discussione tali fondamenti della nostra vita di cittadini e cristiani”. A chiudere il messaggio per l’Epifania, l’appello alle istituzioni, ai cristiani e alla Chiesa: “Chiediamo al governo italiano di aprire i porti e di permettere alla società civile di poter accogliere senza alcuna resistenza quanti richiedono il nostro aiuto. Invitiamo tutti i fedeli cattolici e cristiani di ogni confessione ad unirsi a noi in questa richiesta. Preghiamo le comunità ecclesiali di non trincerarsi dietro paure e resistenza ma di mettere in pratica il Vangelo con coraggio e gratuità”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Riepilogo

Informativa sulla Privacy