Sinodo 2018: suor Smerilli (uditrice), “equiparare i cammini di formazione per uomini e donne”

“Occorre individuare forme di formazione e discernimento vocazionale adeguate alla sinodalità”. Lo ha detto suor Alessandra Smerilli, docente di Economia politica alla Pontificia facoltà Auxilium e uditrice al Sinodo dei vescovi dedicato ai giovani, intervenendo stamani al convegno “Come se vedessero l’invisibile”, organizzato a Roma dall’Ufficio nazionale per la pastorale delle vocazioni della Cei. “Mi è rimasta dentro la passione con cui tanti vescovi hanno vissuto questo momento di incontro con i giovani – ha raccontato -. Ne ho visti alcuni commuoversi quando parlavano delle condizioni di determinati giovani”. Dall’altra parte, “i giovani hanno partecipato trascinando l’assemblea”. “C’era l’applauso di cortesia quando erano più o meno d’accordo con un intervento, ma c’era un applauso sentito nel momento di piena condivisione”. Riflettendo sul “tema della donna nella Chiesa sinodale”, suor Smerilli ha segnalato che “a tirar fuori questo tema sono stati vescovi e cardinali come a voler dire che è uno scandalo il ruolo che hanno oggi le donne nella Chiesa nell’ottica di una Chiesa sinodale”. Ma “nei punti relativi, nelle votazioni, c’era ancora una certa percentuale di non placet”. “Ciò vuol dire che, al di là di dichiarazioni di principio, c’è ancora da lavorare”. Infine, suor Smerilli ha considerato che “i cammini di formazione per uomini e donne non sono ancora pari e non si possono avere ruoli di un certo tipo se non c’è una formazione adeguata”. “Ciò non è per occupare posti, ma perché manca qualcosa alla Chiesa senza lo sguardo femminile”.

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