Vocazione: Susini (teologa), “i martiri dell’Algeria uomini di certezza e portavoce di speranza”. “Per noi il dialogo interreligioso è un obbligo”

Si definisce innamorata dei monaci di Tibhirine, i sette monaci trappisti francesi rapiti nel marzo 1996 nel loro monastero in Algeria e uccisi due mesi dopo, la teologa Mirella Susini, narrandone la vicenda al convegno nazionale vocazionale “Come se vedessero l’invisibile”, promosso fino a domani a Roma dall’Ufficio nazionale per la pastorale delle vocazioni della Cei. “Cercare di incarnarsi nella realtà dell’islam, accettare l’altro senza tentare di convertirlo, cercare di comprendere quello che il Dio cristiano vuole nelle relazioni tra Chiesa e islam”: questo, spiega, lo specifico “non solo di questi monaci, ma di tutti i 19 martiri dell’Algeria proclamati beati lo scorso dicembre. Tutti sono stati attraversati da questa vocazione mettendosi a servizio dei loro fratelli. Hanno vissuto insieme a questo popolo. Con gli amici musulmani del luogo che dicevano loro: ‘Voi siete i rami su cui noi possiamo poggiarci’”. Susini rievoca l’esperienza di dialogo cristiano-islamico vissuta nel monastero di Tibhirine: “All’inizio cristiani che tentavano di aiutarsi per capire meglio l’islam, ma dopo un anno alcuni membri di una confraternita sufi, la corrente mistica dell’islam, chiesero di farne parte”. “Il dialogo ecumenico e interreligioso – avverte – è per noi un obbligo per affrettare i tempi dell’unità che non è uniformità ma è data dalle differenze tra oranti che ci arricchiscono”. Con lo sguardo rivolto ai martiri dell’Algeria, la studiosa conclude: “La vita cristiana dovrebbe essere una vita di fede, speranza e carità. La virtù di cui sono stati portavoce questi uomini di cetezza è la speranza; hanno vissuto come sentinelle dell’aurora, la speranza è stata la concretezza della loro vita; il loro martirio della speranza è stato la conseguenza di una scelta fatta a monte: donare la propria vita nella certezza che Gesù è il Signore e la storia ha già trovato in Lui la sua ricapitolazione”.

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