Diocesi: card. Bagnasco (Genova) a giostrai, “il vostro viaggiare continuo ci ricorda che la vita è un cammino”

“Cari amici, il vostro viaggiare continuo ci ricorda che la vita è tutta un cammino, un viaggio. Tutti quanti, nella strada del tempo, siamo in cammino, siamo in viaggio dalla terra al cielo”. Ad affermarlo il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, nell’omelia che ha pronunciato questa mattina, nella chiesa di N.S. dei Servi, durante la celebrazione per i giostrai ed i lunaparkisti presenti in queste settimana nel capoluogo ligure. Al termine della celebrazione, il porporato, ha aggiunto: “Genova, sono certo, vi sente come parte di sé” e, “anche se l’anno appena trascorso è stata ferita dalla tragedia del ponte Morandi, vi esprime sentimenti di benevolenza, simpatia e solidarietà”. “Vogliamo che la città e la diocesi siano sempre più accoglienti e ospitali, che siano sentite sempre di più come la casa di coloro che vengono anche solo per tempi brevi”, ha aggiunto. “Rinnovo la mia ammirazione – ha concluso – perché sento che la vostra comunità, fatta di famiglie, è un tessuto vero, solido, serio, che sa cosa vuol dire il lavoro duro e la precarietà. Il vostro giornaliero guardare in alto – se ci sarà il sole o la pioggia – è un gesto non solo normale ma ha un valore più grande perché invita tutti noi a guardare il cielo, il sole di Dio che scalda ed illumina i sentieri della nostra esistenza. Continuate ad essere una comunità viva, solidale ed ancorata ai grandi valori della nostra tradizione che i padri ci hanno consegnato”.
In precedenza, Amedeo Zanetti, in rappresentanza dei presenti, ha ringraziato il cardinale, “per la sua pregiata presenza”, e don Roberto Sanguinetti – cappellano presso la Migrantes per la cura dei circensi e dei lunaparkisti – “nostra guida spirituale e sincero amico di chi, per lavoro, è chiamato a dispensare sorrisi e serenità”. “Nelle località dove siamo ospitati – ha aggiunto Zanetti – molti pensano di trovarsi di fronte ad una realtà svincolata dai tradizionali canoni quotidiani: è un pregiudizio che ci accompagna quasi ovunque mortificando il nostro desiderio di essere considerati come tutti i cittadini”. “È vero – ha aggiunto – facciamo una vita ed una attività particolare ma non per questo siamo diversi dagli altri. Vorremmo essere conosciuti ed accolti come ‘artigiani del sorriso’, come portatori di allegria ed aggregazione sociale”. Durante la celebrazione, due giovani della comunità, Giovanni e Nicolò, hanno ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana dalle mani dell’arcivescovo.

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