“Il Rei attualmente proposto, che dovrebbe disporre di maggiori risorse ma ancora insufficienti, potrebbe rappresentare un punto di svolta, se gestito saggiamente nel complesso dell’azione di Governo. Nel progetto, però, ci si limita al sussidio economico in aree in cui le strutture pubbliche che offrono servizi al cittadino sono decisamente deboli”. Lo scrive padre Gianpaolo Salvini, sul numero de “La Civiltà Cattolica” in uscita il 2 febbraio, in cui analizza i risultati dell’ultimo Rapporto Svimez sul Mezzogiorno. “C’è il rischio di ricadere nell’intervento assistenziale senza che il Reddito di cittadinanza consenta il reintegro, dal lato dell’offerta, di coloro che sono espulsi dal mercato del lavoro”, il grido d’allarme del gesuita, secondo il quale “non si creano realmente posti di lavoro e servizi sociali che possono migliorare la qualità della vita”. “Appare evidente la necessità di dare nuovo impulso alle politiche di sviluppo per il Mezzogiorno, che rischiano una grande frenata, anche per le incognite sul piano internazionale”, la proposta di Salvini: “Ma sinora è mancata anche una reale e indispensabile spinta interna, in modo che un effettivo sviluppo si possa agganciare a un’eventuale ripresa internazionale, purtroppo ancora incerta”. Senza contare i fenomeni criminosi che, “specialmente in alcune regioni, scoraggiano gli investimenti e la realizzazione di un’economia socialmente sana”. “Le risorse finanziarie destinate al Mezzogiorno promuovono sviluppo solo se si traducono in investimenti, imprese, posti di lavoro, formazione di giovani che trovano un’occupazione al Sud”, la tesi del gesuita: “Altrimenti sono denaro che non genera sviluppo, ma viene conservato sotto il materasso, o che torna per altre vie al Centro-Nord, dove trova impieghi più convenienti, vanificando lo scopo a cui era destinato. Al massimo, tali risorse diventano una forma di assistenza, ma non di sviluppo”.