Giornalismo: premio nazionale “Liberi e forti” assegnato alla memoria di Antonio Megalizzi

È stata una cerimonia sobria eppure carica di commozione quella che, nella sede dell’Associazione della Stampa Estera, ha visto ieri sera come protagonista la consegna del premio nazionale “Liberi e forti”, assegnato alla memoria di Antonio Megalizzi, il giovane fotoreporter ferito a morte nell’attentato terroristico avvenuto l’11 dicembre 2018 a Strasburgo. Il riconoscimento, promosso dai circoli “I Liberi e Forti” (Ilf) e dall’associazione Giovane Europa, nasce nel segno delle parole di don Luigi Sturzo: “Quel che crea l’Europa non è una geografia vista su carte dai diversi colori, ma una tradizione e una storia, una cultura, un sistema economico”. Alla luce di questo monito, nella sua prima edizione, il premio – una pergamena e la copia anastatica dell’originale dell’appello “Liberi e forti” di don Sturzo, conservato all’Istituto Sturzo di via delle Coppelle – è stato consegnato dal giornalista di Tv2000, Paolo Borrometi, ad Anna Maria Cutrupi Megalizzi e a Luana Moresco, rispettivamente madre e fidanzata di Antonio. Questa la motivazione: “Per la sua dedizione all’ideale europeo, il suo impegno professionale, la sua fede democratica e civile in un mondo più unito e solidale”. In apertura, da parte di Angelo Chiorazzo, presidente di Giovane Europa, le parole pronunciate dall’arcivescovo di Trento, mons. Lauro Tisi, al funerale di Megalizzi, “un ragazzo normale che con i suoi valori sapeva contagiava i coetanei”. Dopo l’introduzione di Lucio D’Ubaldo, già segretario nazionale Anci, Giuseppe Fioroni, ex ministro dell’Istruzione, ha poi ricordato il centenario dall’invito del prete di Caltagirone “ad essere ‘liberi e forti’ anche in un periodo di evidenti contraddizioni e contrasti come quello che stiamo affrontando” e ribadito come con questa iniziativa si siano volute “istituzionalizzare” le parole contenute in quei dodici punti.

“Antonio era davvero un eroe della porta accanto, un ‘innamorato’ dell’Europa che, nonostante una breve vita terrena, ha espresso ogni energia per vivere i suoi grandi sogni senza sconti. Noi siamo abitanti d’Europa, ma non cittadini europei. Antonio Megalizzi partecipava come giornalista alla costruzione dell’Europa e oggi lo premiamo perché abbiamo bisogno di giovani italiani come lui”, ha dichiarato padre Antonio Spadaro, direttore de “La Civiltà Cattolica”, prima dell’omaggio ai familiari, tra l’emozione generale. In più, secondo Salvatore Martinez, presidente della Fondazione “Casa Museo Sturzo” di Caltagirone, Sturzo e Megalizzi sono accomunati dalla stessa visione: “Questa Europa ha bisogno di un progetto e Antonio, nel suo essere visionario, rappresenta tutti quei giovani italiani che hanno alimentato il sogno della libertà. Nel cuore, questo ragazzo era profondamente sturziano, incarnando pienamente l’idealismo su cui si fonda l’appello”. Infine, come annunciato da Raffaele Lorusso, segretario della FnSi, “su proposta del Sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige abbiamo deciso di dedicare ad Antonio Megalizzi il Congresso della Federazione nazionale stampa italiana che si terrà a Levico Terme, vicino Trento, dal 12 al 14 febbraio prossimi: non vogliamo solo promuovere un atto simbolico, ma rimarcare la volontà di richiamare l’attenzione sulle condizioni di lavoro di tanti giovani colleghi. Antonio si sforzava come giornalista precario di spiegare quell’Europa che in tanti ogg vorrebbero distruggere”.

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