“Lettere della tribolazione”: p. Fares, no a “vittimismo”. “Rafforzare capacità di resistere al male” e “puntare sul tempo”

Nelle “Lettere della tribolazione” Bergoglio “trova alcuni rimedi per resistere a questo cattivo spirito senza restarne contagiati. In esse è contenuta la dottrina sulla tribolazione”. Lo scrive p. Diego Fares, curatore con p. Antonio Spadaro del volume da oggi in libreria che definisce “un trattato sulla tribolazione e sul modo di sopportarla”. Alla pubblicazione dedica ampio spazio l’edizione odierna de “L’Osservatore Romano” ospitando la prefazione del Papa, una riflessione del card. Ravasi, l’introduzione di p. Spadaro e la guida alla lettura dello stesso Fares che spiega: “Nell’atteggiamento di paternità spirituale” dei Prepositi generali della Compagnia di Gesù autori delle lettere, “Bergoglio vede il rimedio più efficace al rischio che si cada nel vittimismo di esagerare le persecuzioni”. “I rimedi contro lo spirito di accanimento non cercano di ‘vincere il male con il male'” ma puntano “a rafforzare la nostra capacità di ‘resistere al male’, trovando modi per sopportare la tribolazione senza venir meno”; una resistenza diversa da quella “nei confronti dello Spirito, che il demonio pratica e provoca istigando all’accanimento”. “La prima resistenza – spiega Fares – consiste nel ritrarsi, nel non reagire attaccando o seguendo l’istinto di un’opposizione diretta”. “Tuttavia, in altri casi la resistenza consisterà nell’affrontare il cattivo spirito a viso aperto, dando testimonianza pubblica della verità con dolcezza e fermezza. Su questo punto Bergoglio-Francesco manifesta una grazia speciale”, che è “quella di ‘far venir fuori il cattivo spirito’, che così si rivela”. “Quando la tentazione si basa su una mezza verità, è molto difficile riuscire a fare luce e chiarire le cose per via intellettuale”. Esiste un solo modo: “tacere, pregare, umiliarsi”. “Più che sulla “luce” — afferma Bergoglio —, bisogna puntare sul “tempo”.

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