Giorno della Memoria: Swg, in calo gli italiani che sanno che cos’è (50%) mentre è percepito in crescita l’antisemitismo

Solo la metà degli italiani sa quale commemorazione ricorre il 27 gennaio, il Giorno della Memoria. È quanto emerge dalla rilevazione eseguita da Swg a metà gennaio su un campione di 1.000 maggiorenni italiani, i cui esiti sono pubblicati nello speciale “Giorno della Memoria” di “PoliticApp” diffuso oggi. La percentuale di chi sa che il 27 gennaio si commemorano le vittime dell’Olocausto, nel giorno in cui nel 1945 le truppe russe liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, è in diminuzione: 50% nel 2019, a fronte del 54% dell’anno scorso e del 52% del 2017 mentre nel 2016 si registrò il valore più basso, il 44%. E se per il 13% il Giorno della Memoria è “una questione che riguarda solo gli Ebrei” mentre per il 21% “non serve più a nulla”, con percentuali che superano l’80% gli italiani pensano che “aiuta a formare le coscienze” (84%), “aiuta a mantenere viva l’attenzione su queste problematiche” (87%), “aiuta a non dimenticare ciò che è successo” (88%). Ricordare il genocidio degli Ebrei e delle altre vittime del nazismo attraverso il Giorno della Memoria è ritenuto “formativo” (43% degli intervistati), “necessario” (36%), “dovuto” (35%), “giusto” (25%) mentre il 12% lo bolla come “retorico” e l’8% come “inutile”. Meno di un italiano su 5 (19%) si sente realmente coinvolto dalla celebrazione, ma è una percentuale in crescita rispetto al 14% del 2018 e al 17% del 2017. Chiamati infine a dire se oggi in Italia esista o meno un sentimento antisemita, il 49% risponde che lo percepisce “molto” o “abbastanza”. Anche questa è una percentuale in aumento (era il 46% nel 2018 e il 29% nel 2017).

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