Crollo diga in Brasile: de Moura (attivista sociale), “abito a pochi metri dal bacino, tragedia grandissima e annunciatissima”

“È stata una tragedia grandissima. La rottura delle dighe è avvenuta all’ora di pranzo, moltissimi lavoratori erano sotto la diga e molte persone si trovavano nelle case. E una tragedia annunciatissima, non solo annunciata”. Lo afferma, con la voce rotta dalla commozione ma anche piena d’indignazione, Carolina de Moura, attivista del Movimento Aguas e Serras de Casa Branca, da Brumaldinho, il centro dello stato brasiliano del Minas Gerais che è stato in parte ieri travolto dal fango che si è riversato sul territorio e su numerose abitazioni, in seguito alla rottura di due delle tre dighe del bacino che contiene gli scarti della miniera di ferro Vale. Il tragico bilancio, non ancora quantificato, rischia di assumere proporzioni catastrofiche, in quanto, oltre ai nove corpi senza vita già trovati, le persone disperse sono oltre 150. Si teme che molte di loro si trovino sotto la gigantesca colata di fango che in pochi attimi è fuoriuscita dal bacino di un milione di metri cubi. Gravi anche i danni ambientali al fiume Paraopebas.
La priorità, in questo momento, è cercare i dispersi e portare solidarietà alle vittime e alle loro famiglie. Ma Carolina de Moura non può non ricordare che la miniera Vale è legata a una lunga stagione di battaglie da lei condotte in questi anni: “Vivo molto vicino alla diga, da otto anni lotto contro questa miniera, che proprio in dicembre ha ottenuto la licenza di espansione. Nel nostro comune ci sono vari bacini estrattivi, non rispettano i cittadini, i nostri diritti. Anche i politici dicono tante belle cose, ma poi si continuano a fare queste pazzie, miniere senza alcun criterio di sicurezza, potremmo essere la zona con l’acqua più pura del Brasile e invece siamo pieni di veleni. E anche in queste ore l’impresa proprietaria della miniera non sta dando informazioni esatte”.

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