Videogiochi: Squillaci (Fict), “sui temi dell’educazione e delle dipendenze auspichiamo dal Governo la medesima attenzione data al Game industry”

“La Federazione italiana comunità terapeutiche ha moltissimi giovani in carico nei propri servizi con problemi di dipendenza anche da videogiochi. Mentre l’industria del Game chiede maggiori investimenti alla politica per creare un business community, noi educatori chiediamo alla politica una maggiore attenzione e maggiori investimenti per creare un sistema di ‘Welfare community’, per educare e attenzionare i nostri adolescenti che facilmente cadono nel tunnel del virtuale”. Lo afferma il presidente della Fict, Luciano Squillaci, in una nota nella quale la Federazione sottolinea come “proprio in queste ore l’Aesvi (Associazione editori sviluppatori videogiochi italiani) registra un grande successo dell’industria del videogioco, soprattutto la vendita digitale, che risulta essere l’unico settore che non risente della crisi, registrando grandi profitti”. Secondo Squillaci, “la valorizzazione del videogioco così come espressa dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Vito Crimi, in occasione della sua partecipazione al Games Industry Day ci pone davanti ad una serie di riflessioni sul ruolo educativo che il gioco rappresenta per i minorenni in un momento delicato della nostra evoluzione sociale”. Riconoscendo “la necessità per il minore di esprimere le sue potenzialità anche attraverso l’attività ludica, come momento di crescita e socializzazione”, la Fict sottolinea come “studi recenti evidenziano come alcuni videogiochi competitivi ed aggressivi, proprio per la loro virtualità, rischino di annullare regole e valori stimolando agiti ritenuti privi di conseguenze reali”. La Federazione sottolinea il fenomeno di “hikikomori: molti giovani si rinchiudono nelle loro stanze incapaci e, addirittura, disinteressati ad avere una relazione reale con i propri pari e con gli adulti”. “I social network, il consumismo, i videogiochi – prosegue la nota – diventano gli strumenti per allontanarsi da una realtà che risulta troppo complicata per essere affrontata ed il virtuale diventa il loro nutrimento”. “Il timore – avverte Squillaci – è che passi il messaggio o l’idea che la vita sia un gioco dove tutto è lecito e quando il gioco si fa ‘pericoloso o troppo difficile’, basti resettare per ricominciarne un altro”. “Pertanto – conclude – auspichiamo che ci sia da parte della Presidenza del Consiglio dei ministri la medesima attenzione sui temi dell’educazione e delle dipendenze e attendiamo di poterci confrontare su questi temi”.

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