“Sembra che la ripresa dell’ecumenismo, rilanciato dal Concilio Vaticano II, stia riacquistando forza, seppur lentamente, e non solo dal punto di vista dottrinale: l’amicizia, la vicinanza, la conoscenza con il pastore, con il parroco lentamente dà frutti d’intesa. Ci si guarda con affetto, con stima e questo disinnesca diffidenze, distanze, che a volte creano antipatie e contrapposizioni che alla fine possono generare violenza”. A parlare è mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale e vice presidente della Cei, che ieri ha guidato una veglia diocesana in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. “Poiché sono interessate anche le singole realtà territoriali – ha proseguito mons. Raspanti -, si sta sviluppando quello che Paolo VI chiamò ‘il dialogo della vita’, cioè l’amicizia. Questo accade anche in considerazione anche del fatto che si affrontano le stesse sfide: per esempio, la scarsa frequentazione delle chiese da parte dei giovani è una problematica che appartiene ai protestanti, come ai cattolici e agli ortodossi. Come pure la povertà, gli interventi sociali, i rapporti con l’Islam”. “Un altro esempio – ha aggiunto – è quello inerente all’immigrazione: a tal proposito ricordiamo che con i valdesi spesso abbiamo avuto posizioni comuni, come in merito ai corridoi umanitari”. “Vivendo, insomma, negli stessi territori – ha detto il vescovo che per diversi anni è stato delegato in Sicilia proprio del settore Ecumenismo e Dialogo interreligioso – siamo sfidati dalle medesime problematiche”. Parlando del “rafforzarsi di intese e vicinanze”, il presule ha evidenziato i “processi di fraternità sul campo che, un po’ in tutto il mondo, stanno aiutando davvero il dialogo e l’ascolto reciproco” e cita gli incontri tra il Santo Padre e l’arcivescovo di Instabul, il patriarca di Mosca e alcuni rappresentanti della Chiesa protestante in occasione del V centenario della riforma luterana. “Se questo porterà a una vera comunione tra alcune Chiese ancora non si sa, però ci si accorge che il confronto c’è, lo si coltiva, si mettono insieme le idee e questo – ha concluso – pone delle buone prospettive”.