Adeguamento liturgico cattedrali: mons. Filippini (Pescia), “fantasia creativa, realismo, umiltà”

foto SIR/Marco Calvarese

Fantasia creativa, realismo, umiltà. Queste le parole d’ordine di un buon adeguamento liturgico delle cattedrali. A proporle è mons. Roberto Filippini, vescovo di Pescia (Pistoia), portando alla giornata di studio in corso a Roma per iniziativa della Cei, l’esperienza del restauro della cattedrale di Santa Maria Assunta e dell’adeguamento liturgico del suo presbiterio. La diocesi di Pescia compie 500 anni e conta 42 parrocchie cui negli ultimi anni sono state aggiunte 6 parrocchie della montagna lucchese “in affidamento”, afferma il presule sottolineando il parallelismo tra adeguamento dei luoghi di culto e rinnovamento delle prassi pastorali “perché la Chiesa sia all’altezza della sua missione”, tema affrontato in un incontro con i suoi preti. I lavori di restauro della cattedrale di Santa Maria Assunta, realizzati anche in vista del giubileo dei 500 anni, “sono diventati – spiega – una specie di allegoria di ciò che dovremmo fare nella nostra Chiesa locale. Nella nostra diocesi riusciamo a individuare qualche criticità più grave da affrontare con impegno: famiglia, giovani, primo annuncio, preparazione al matrimonio, celebrazione dignitosa delle liturgie?”, l’interrogativo posto dal presule che ricorda di avere affrontato questi temi con il suo clero. Ripercorrendo l’iter di restauro e adeguamento della cattedrale, mons. Filippini ricorda che la struttura “presentava a vista d’occhio crepe, scrostature sull’intonaco, un’illuminazione insoddisfacente e un arredo deprimente. Il secondo passo è stato dare il via ad una serie di analisi e indagini con georadar e termocamera e ad una valutazione degli aspetti strutturali”. Il grande restauro “è stata un’impresa impegnativa da ogni punto di vista, ma più delicato e complesso è stato l’adeguamento liturgico del nuovo presbiterio: nuovi altare, ambone, cattedra. A questo fine è stata costituita una commissione di esperti tra cui don Severino Dianich e don Valerio Pennasso e due sovrintendenti”. Tutto questo ha avuto bisogno di un piano finanziario e di un cronoprogramma perché “per un buon adeguamento liturgico sono necessari fantasia creativa ma anche realismo e umiltà”. La spesa per l’adeguamento liturgico, conclude, “si aggira sui 200mila euro mentre la ristrutturazione è molto più impegnativa”.

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