Shoah: Conte, fu “la notte più buia della storia”. “Dobbiamo trarre insegnamento dal passato”

“Ancora oggi, mentre assistiamo spesso impotenti e talvolta colpevolmente indifferenti al riaffiorare di forme latenti o esplicite di antisemitismo, dobbiamo trarre insegnamento dal passato nella consapevolezza che i più grandi orrori sono sempre l’esito di una rassegnazione, talvolta inconsapevole, alla inevitabilità degli eventi e una resa dei presidi morali che sorreggono e devono proteggere i nostri ordinamenti giuridici”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, nel suo intervento durante la visita alla Comunità Ebraica di Roma. Il premier ha voluto ricordare “l’immane tragedia della Shoah, la notte più buia della storia, nella quale una folle e mostruosa ideologia concepì un programma di annientamento dell’uomo senza precedenti”. “Il 27 gennaio faremo memoria come ogni anno dell’Olocausto”, ha proseguito, sottolineando che “il male che quella generazione ha vissuto nelle sue forme più acute si è fatto memoria interrogando le coscienze di quanti sono vissuti dopo”. “Al cospetto dell’immane tragedia dell’Olocausto, di fronte al mysterium iniquitatis, al mistero del male che nel progetto del popolo ebraico raggiunse la sua più inaudita manifestazione è forse il silenzio la scelta più autentica?”, si è chiesto Conte: “No”, la risposta: “Ma è certo il silenzio lo spazio nel quale possiamo trovare rifugio e consolazione”. Conte ha evidenziato come “la memoria dei sopravvissuti, la loro preziosa, personale e dolorosa testimonianza nel raccontare l’indicibile, le umiliazioni, la violazione dei propri diritti, le sofferenze alle quali furono sottoposti, i soprusi che subirono, l’orrore che si manifestarono davanti ai loro occhi ha avuto bisogno di parole per poter essere trasmesso alle generazioni successive e giungere come monito fino a noi. E continua ad aver bisogno delle parole”. “Come fu possibile che nell’Europa dei diritti, culla di una raffinata civiltà nella quale il valore della persona umana era inscritto nel patrimonio indelebile di una cultura condivisa si sperimentasse un ottundimento delle coscienze di tale portata?”, ha domandato il premier, che, citando lo scrittore austriaco Stefan Zweig, ha individuato nello “smarrimento degli antichi valori della nostra civiltà” la possibile causa.

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