Luigi Sturzo: Monda (L’Osservatore Romano), “intuì che un’Europa di Stati vinti e poveri poteva cadere vittima del nazionalismo”

“Sturzo rivolge il suo appello agli uomini, non ai cattolici, agli uomini ‘moralmente liberi’, quasi un grido pronunciato subito dopo la fine della guerra al fine di evitare altre guerre”. Lo scrive Andrea Monda, direttore de L’Osservatore Romano, nell’edizione di domani in edicola oggi pomeriggio, ricordando i cent’anni dall’appello di don Luigi Sturzo “ai liberi e forti”. Evidenziando “la lezione del piccolo prete di Caltagirone”, Monda spiega che “in quei brevi sette anni di vita il partito ideato da Sturzo ha rappresentato ‘la preistoria dell’Italia repubblicana’”. Secondo il direttore del quotidiano della Santa Sede, don Sturzo “intuisce che un’Europa fatta di stati ‘vinti e poveri’, dopo la catastrofe della guerra e all’interno di rapide trasformazioni sociali, può cadere facilmente vittima dell’esasperazioni ideologiche come la stato-latria e l’idolo del nazionalismo, vero nemico della democrazia e della pace”. È per questo motivo che “si appella agli uomini, per lui l’eticità è della persona e non dello stato o della nazione che fa coincidere la moralità con i propri confini”. Segnalando “l’ambizioso programma di rinnovamento”, il Partito Popolare fondato da Sturzo – sottolinea Monda – è frutto “non di un’ideologia ma di una precisa analisi storica e fattuale, contenente alcune riforme che poi germoglieranno dopo l’inverno del ventennio fascista”.

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