Luigi Sturzo: Giovagnoli, “ha colto il nesso profondo tra pace e democrazia”

Nella visione di Sturzo c’è “un nesso profondo tra pace e democrazia”. Lo ha affermato lo storico Agostino Giovagnoli nel suo intervento al convegno “Ai liberi e forti un secolo dopo” che si è svolto oggi nella sede dell’Istituto Luigi Sturzo. Giovagnoli si è soffermato con particolare attenzione sulla prima parte di quell’appello che, pur essendo stato diffuso subito dopo la fine della Grande Guerra, “non contiene riferimenti espliciti alle rivendicazioni italiane” ma pone innanzitutto il tema di “un nuovo equilibrio tra gli Stati”, con accenti di grande attualità. I popolari di Sturzo, ha spiegato Giovagnoli, “non negavano né la patria né la nazione” ma “intravedevano il pericolo nazionalista” perché se la nazione viene concepita “come un assoluto”, “come un idolo” non potranno che crearsi “contrasti insanabili tra gli Stati”. Per Sturzo il nazionalismo era “una reazione cieca” alle trasformazioni in atto nel mondo e i nazionalisti “andavano contro la storia”, mentre nella sua visione il futuro implicava “la solidarietà tra tutti i popoli europei e dell’Europa con gli Stati Uniti”.
Nella concezione sturziana, ha osservato ancora Giovagnoli, il nazionalismo “non era soltanto ostile alle pace, ma anche alla democrazia” in quanto “è intorno alle istituzioni che si forma il popolo” e “aggredire le istituzioni significa aggredire il popolo e viceversa”.

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