Papato: card. Bassetti, “si deve voler bene al Papa e non a un Papa”, “amare sempre Pietro in qualunque periodo storico e con qualunque nome esso si presenti”

foto SIR/Marco Calvarese

Giovanni XXIII il “grande seminatore”, san Giovanni Paolo II il mistico “forte ed onnipresente”. Per il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, sono “stupende e ricche di suggestioni le parole che Andreotti dedica ai pontefici”, riportate nel libro “I miei santi in Paradiso”, presentato questa sera al Senato. “Forse era nei disegni della Provvidenza che un Papa venuto dalla Chiesa del silenzio potesse, in un Pontificato di insolita durata, parlare – forte e onnipresente – a un mondo per tanti aspetti distratto e spesso succube degli idoli di una modernità piatta e senza regole”, ha detto Bassetti a proposito di Giovanni Paolo II: “L’essere venuto dalla ‘Chiesa del Silenzio’ durante la contrapposizione della Guerra Fredda, attribuiva a Giovanni Paolo II anche una caratura politica, però totalmente connaturata dalla primaria testimonianza di fede che tutto illuminava e tutto orientava. E soprattutto una dimensione politica a 360 gradi che non lasciava spazio a interpretazioni di parte: Giovanni Paolo II è stato indubbiamente il fermissimo oppositore delle dittature comuniste ma è stato anche il feroce critico della modernità individualista, consumista e relativista. La piena testimonianza evangelica che papa Wojtyla ha dato con la sua azione pastorale è ancora oggi un monito per il mondo intero”.
A questo riguardo, Bassetti ha citato alcune parole di Andreotti riferite a Giovanni Paolo II quando alcune critiche si riversavano sul Papa polacco: “Appartengo a una vecchia scuola di cattolici – afferma Andreotti – che insegna che si deve voler bene al Papa e non a un Papa”. “Riecheggiano in queste parole – il commento del presidente della Cei – le più antiche affermazioni di don Bosco quando diceva ‘Non gridate viva Pio IX ma viva il Papa!’ e si ode la profondità di una sapienza antica: quella sapienza che ci permette di amare sempre Pietro in qualunque periodo storico e con qualunque nome esso si presenti. Se queste parole erano vere ieri, sono ancor più valide oggi, quando la babele delle lingue sul web assume, a volte, i tratti inquietanti della mistificazione e della contrapposizione tra gli ultimi pontefici”.

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